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Bocchiola: "E-mobility, serve un approccio di sistema" Stampa E-mail
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di Massimo Ventura


C’è grande fermento. E questa è già una buona notizia. A muoversi sono soprattutto le utility e i player privati: altro segnale positivo. Eppure, nel settore della e-mobility italiana sembra mancare ancora qualcosa. Che cosa? Nuova Energia lo ha chiesto a Fabio Bocchiola, amministratore delegato di Repower, uno degli operatori storici (nonostante la giovanissima storia) della mobilità elettrica italiana.



Come vede lo sviluppo di questo settore in Italia?

**In effetti il mercato ha un profilo decisamente più chiaro rispetto al recente passato, le condizioni per investire sono più definite, c’è molta voglia di fare. Tuttavia, manca ancora un approccio organico da parte del legislatore.
Il ministero dei Trasporti ha scelto di co-finanziare i singoli programmi regionali e in questo modo ogni Regione (non tutte, per altro) ha fatto un po’ di testa sua. Una ipotetica trasferta da Torino a Trieste accompagna oggi il viaggiatore attraverso sistemi diversi, strutturati secondo criteri definiti su base regionale senza coordinamento.
Altre Regioni, ancora, hanno aperto e chiuso frettolosamente (in un caso addirittura in un paio di settimane) i termini per manifestare l’interesse ad accedere al finanziamento, vanificando di fatto questa opportunità.


Mancano dunque sinergia e coordinamento. Soluzioni possibili?
**Il mercato si deve muovere, e si sta muovendo, di suo. Ogni singolo operatore - come ha fatto ad esempio Tesla - ha deciso di scendere in campo con un proprio progetto autonomo.


Esiste un Paese o un modello di sviluppo adottato all’estero che le piacerebbe fosse applicato anche in Italia? E perché?
** Ci sono nazioni - cito ad esempio l’Olanda - che hanno stabilito precisi obiettivi numerici: al 2020 un tot di auto elettriche e di stazioni di ricarica. A prescindere dal target che si sono prefissati, in questo modo è poi immediato trarre un bilancio ed eventualmente aggiustare la rotta. Essendo in Italia l’approccio più di natura qualitativa, la cosa è certamente più difficile...[...]

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