di Nino Di Franco| ENEA Unità tecnica per l’efficienza energetica

L’incremento di efficienza energetica è una misura indispensabile per contenere i consumi energetici e le relative spese a carico di un qualunque utente finale.


L’efficienza è pertanto da considerarsi indicatore prezioso dell’efficacia dei diversi processi – produttivi di beni e/o servizi – e in grado di illuminare aree meritevoli di miglioramento.
A livello UE, dopo il doing more with less, si sta consolidando la metafora dell’efficienza come first fuel, e in effetti chiunque debba gestire una fornitura energetica non può che apprezzare l’efficienza, rispetto agli altri vettori, come l’alternativa più attraente: non inquina, non fa rumore, non ha controindicazioni.


L’efficienza si pone senz’altro come strumento per garantire la continuità e sostenibilità economico/ambientale degli approvvigionamenti energetici – a livello macro e micro – ma le sue potenzialità sono di problematica quantificazione.
Spesso sono sovrastimate a livello di governance e sottostimate dagli utenti finali, e questo forse accade perché l’efficienza, oltre che ricettacolo di speranze e opportunità di sviluppo, è diventata anche sede di falsi convincimenti e luoghi comuni. In effetti, il potenziale dello strumento trova difficoltà a dispiegarsi completamente, nonostante una normativa nazionale il cui primo atto risale a quaranta anni fa (è del 1976 la legge n. 373 sul risparmio energetico in edilizia), e nonostante che direttive europee e decreti di recepimento, oltre alla normativa nazionale nel tempo emanata, abbiano varato obblighi ma anche importanti incentivazioni (in conto interesse e in conto capitale, detrazioni fiscali, Certificati Bianchi, Conto Termico, eccetera).[...]

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