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Le nuove dimensioni della sicurezza energetica Stampa E-mail

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di Vittorio D’Ermo






Da quando l’energia è diventata uno dei fattori di base per lo sviluppo economico e industriale, il tema della sicurezza degli approvvigionamenti è divenuto - a sua volta - elemento essenziale delle politiche energetiche e delle politiche estere dei Paesi importatori di energia.


Con la progressiva espansione del ruolo del petrolio nei bilanci di tutte le nazioni industrializzate, avvenuta nel corso di più di un secolo, l’attenzione alla sicurezza delle forniture di questa commodity è progressivamente aumentata.
Nel momento di massima espansione degli impieghi di petrolio, all’inizio degli anni ‘70, e del contemporaneo aumento delle importazioni, i Paesi produttori ed esportatori riuniti nell’OPEC decisero di attuare un controllo rigido dei livelli di produzione, per ottenere un sostanziale aumento dei prezzi ma anche per assumere il controllo delle esportazioni sulla base di criteri politici.

In quegli anni (prima crisi energetica) il rischio dell’interruzione dei flussi di petrolio divenne molto concreto, sino a determinare una serie di azioni singole e collettive di politica energetica espressamente finalizzate alla garanzia della sicurezza degli approvvigionamenti. In pratica, per il raggiungimento di questo obiettivo nacquero molti strumenti: la riduzione delle importazioni di greggio dai Paesi OPEC, lo sviluppo delle risorse energetiche nazionali, la diversificazione delle fonti e, infine, la riduzione della domanda.

La seconda crisi energetica, anche se non innescata da decisioni collegiali dei Paesi OPEC ma dalla rivoluzione iraniana e poi dal conflitto tra due importanti produttori come l’Iraq e l’Iran, riaccese l’interesse dei consumatori per i problemi della sicurezza, spingendo ancor più verso la diversificazione delle fonti e il controllo della domanda, da ottenere in special modo attraverso una maggiore efficienza.
In quegli stessi anni, la politica di diversificazione delle fonti trovò un importante strumento nell’allargamento della quota del gas naturale nei bilanci energetici dei principali Paesi consumatori. Tutto ciò fu reso possibile con la realizzazione di grandi infrastrutture, in particolare di gasdotti lunghi migliaia di chilometri. [...]


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