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IL GIORNALIERO | Camalli a 5 stelle: per la nautica italiana è una rissa da bar! Stampa E-mail

26 LUGLIO 2016 - È finita in rissa. Verbale, ma con colpi bassi da taverna di bassa lega anche se i duellanti sono tutti a cinque e più stelle. Quelle del lusso, non della politica. La vicenda è di pochi giorni fa e ne hanno parlato tutti i giornali. La nautica italiana si è spaccata in due; scelta meritoria e strategica visto il momento d’oro del settore!
Un gruppo di griffe tra le più note del Made in Italy ha detto bye-bye a Confindustria. Non è nostro compito né interesse valutare le ragioni. Ci limitiamo al linguaggio e alle reciproche accuse che si sono rivolti i contendenti.
La neonata associazione Nautica Italiana ha così apostrofato Ucina-Confundustria: “Immobile, vecchia, con una burocrazia incompatibile con i tempi e i modi del mercato di oggi, in cui operiamo”. Misurata e in guanti bianchi la replica. “Nautica Italiana pubblica un comunicato stampa gravido di ingiurie e falsità […] con un comportamento in evidente disprezzo delle regole del buon diritto […] e con ingiustificata acrimonia”.
Picche e ripicche, come dimostra la successiva risposta di Nautica Italiana: “Non sottovaluterei l’ipotesi di creare un Salone del Mare in Fiera Milano (in concorrenza con Genova, n.d.r.). Lo fanno in pieno inverno a Dusseldorf, dove il mare non c’è, ed è tutto esaurito. Perché non lo si può fare in Italia?”.
Peccato che la Germania sia poi anche molto più brava di noi a fare sistema e ad evitare le baruffe chiozzotte! Oggi la nautica... domani l’energia, perchè no? Forse perché nel settore già oggi operano una ventina di associazioni e ogni anno all’allegra brigata se ne aggiungono un paio di nuove? La storia non è certo maestra di vita quando si vive l’illusone che lo stellone italico, in qualche modo, giungerà sempre in soccorso...

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