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Sulle rinnovabili, ancora molte domande in attesa di risposte Stampa E-mail
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di Giovanni Battista Conte | avvocato in Roma




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Egregio presidente Sperandini,

ho notato con piacere la presenza di un suo riscontro ai miei articoli (Nuova Energia | numero 1|2016). Innanzitutto quindi, ringrazio per l’attenzione che gli ha dedicato. A prescindere dal contenuto della nota, che contiene critiche anche pungenti, la cosa che mi ha colpito è che sono ormai tredici anni che dalle pagine di questa rivista porto all’attenzione dei lettori fatti e misfatti delle Amministrazioni centrali e periferiche in materia di energia da fonti rinnovabili e mai, dico mai, nessuna Amministrazione aveva ritenuto di intervenire.
A mio avviso, quindi, l’aver deciso di difendere l’operato dell’Amministrazione che si presiede non solo è un gesto di correttezza istituzionale ma è anche la dimostrazione di credere nell’operato della medesima Amministrazione. Per quanto attiene alla sostanza delle critiche che mi muove nella lettera, rispondo con estrema brevità che:
1) credo sia lecito commentare sentenze di primo grado in quanto anche queste sono di interesse per gli operatori, pur consci che possano essere superate dall’orientamento delle magistrature superiori;
2) il GSE è parte in giudizi non soltanto innanzi al TAR del Lazio.


Non credo tuttavia sia opportuno soffermarsi ulteriormente sulle critiche che mi ha mosso; ritengo invece utile sottoporre alla sua attenzione alcune questioni di carattere più generale di notevole interesse per i lettori.
L’esperienza maturata nel settore mi ha permesso di constatare che nonostante il GSE si sia sempre dichiarato favorevole a far crescere l’energia prodotta tramite le fonti rinnovabili, i produttori lamentano un sistema di controlli e di sanzioni poco prevedibile e troppo gravoso.
A fronte del fatto che, come in tutti i settori, di errori se ne commettono tanti e tanti se ne commetteranno, sarebbe necessario adottare strategie che riducano i rischi connessi in fase preventiva o alternativamente possano in qualche modo riparare o almeno ridurre i danni una volta che si sono verificati.
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©nuovaenergia

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