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Per i porti italiani un futuro riassunto in tre lettere Stampa E-mail

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di Massimiliano Salini | Europarlamentare FI–PPE





Quanto vale il Sistema mare per l’Italia? Gli ottomila chilometri di coste, risorsa storica ed economica per la Penisola, giocano un ruolo chiave per il futuro di trasporti e infrastrutture nel contesto europeo.

I porti sono un nodo cruciale del nostro tessuto infrastrutturale: un milione gli addetti impiegati nel cluster logistico e portuale; mentre ammonta a 220 miliardi di euro il valore dell’interscambio commerciale marittimo italiano. Ma l’Italia, Paese di navigatori, in Europa eccelle anche nel traffico passeggeri. Nei porti del Belpaese transitano ogni anno 41 milioni di passeggeri e 10,4 milioni di crocieristi. Questi dati si scontrano con una realtà tutt’altro che idilliaca.
L’obiettivo, trasversalmente riconosciuto, è far evolvere il nostro sistema portuale che da tempo sconta ritardi, disorganizzazioni e inefficienze.

Non è un caso che l’Italia sia al cinquantacinquesimo posto mondiale per la qualità delle infrastrutture portuali, dopo Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Marocco, Croazia.
Una serie di criticità arcinote agli addetti ai lavori e riconosciute anche nel Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica, adottato dal Ministero delle Infrastrutture che però non risolve adeguatamente i problemi in campo. Anzi, in molti casi, pur muovendo con la corretta finalità di semplificare un modello fatto di tanti piccoli porti, nel tentativo di superare questo ostacolo produce danni se possibile ancora maggiori e non affronta il vero tema strategico nazionale sull’argomento, ovvero il coordinamento nazionale tra le varie autorità portuali.
Altra priorità per il Sistema mare italiano è il tema della sostenibilità ambientale, sempre più decisiva nell’agenda globale.[...]

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