di Riccardo Varvelli| Politecnico di Torino

Come già evidenziato in un recedente articolo (numero 1|2016), dopo una parentesi legata a un recupero temporaneo del carbone, la prossima “era energetica” sarà quella del gas naturale, dove per “era” si intende il periodo temporale durante il quale una fonte prevale (in percentuale del consumo annuo mondiale) sulle altre.


Ancora lo scorso anno l’incidenza dei combustibili fossili liquidi è stata pari al 32 per cento, contro il 29 per cento del carbone, il 23 per cento del gas naturale, l’11 delle fonti rinnovabili e il 5 dell’energia nucleare. Quindi - a tutti gli effetti - stiamo ancora vivendo una coda della lunga “era del petrolio”. La situazione è comunque in fase di transizione. A partire dal 2035 è altamente probabile che il petrolio avrà lasciato spazio al gas naturale col suo 28 per cento di share.


Ancora di più, nel 2045 con il 30 per cento sul totale mondiale di produzione energetica - contro il 26 per cento del petrolio e del carbone, il 14 delle energie rinnovabili e il 4 per cento del nucleare - sarà il gas a caratterizzare una nuova “era energetica”.
La Tabella 1 (ma lo stesso vale per le valutazioni sull’andamento dei consumi dei decenni passati) si presenta con numeri apparentemente precisi. Essa, invece, deve essere accettata con una tolleranza nel campo di più o meno 2 per cento, e con il 90 per cento di affidabilità.
Ciò vale per i consuntivi, in quanto i valori indicati sono la media di alcune banche dati fra di loro non sempre concordi nei valori pubblicati, e ancora di più per i preventivi, per i quali valgono le serie storiche (e quindi la loro estrapolazione) ma incidono anche probabili discontinuità, a seguito di fenomeni imprevedibili o - nel migliore dei casi - al momento solo intuibili. [...]

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