25 marzo 2016 | INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA | In Italia le fonti verdi stanno segnando il passo? I dati di produzione relativi al 2015 e le prime proiezioni sull’anno in corso parrebbero dire di sì. In realtà a soffrire è solo l’idroelettrico, che paga dazio in termini di minore piovosità rispetto ai valori record del 2014. Mentre l’eolico...
Sulle rinnovabili italiane si addensa un cielo cupo e nuvoloso? Speriamo di sì! Sia chiaro, nessuno qui sta facendo il menagramo o vuole augurare alle fonti verdi un futuro difficile e poco luminoso; è anzi vero l’esatto contrario. La frase iniziale cela un auspicio condiviso da molti nel settore, poiché è il fattore meteo a fare la differenza. Chiariamo meglio di che cosa stiamo parlando.
Nel 2015 la produzione nazionale di energia elettrica da fonti rinnovabili segna un calo pari a 14 TWh. Non tutti hanno dimestichezza con questa unità di misura e, allora, per dare un valore più comprensibile, traduciamolo in termini di variazione: meno 12 per cento!
Questo arretramento, di assoluto rilievo, è stato causato da una minore produzione idroelettrica. Non che il 2015 si andato male. In realtà, era stato il 2014 ad andare “benissimo”, con livelli di piovosità - e dunque di disponibilità di acqua nei bacini - davvero da record, come non si vedeva da tre lustri. Dopo il raccolto eccezionale del 2014, quello più che discreto del 2015 è dunque risultato inevitabilmente in contrazione. Pensate a un alunno che dopo un bel 10 e lode si merita un 8. È vero, è peggiorato... ma è certo presto per chiamare allarmati i genitori!
Quindi, non c’è stato nessun dietrofront nei confronti delle rinnovabili. Lo dimostra il fatto che, sempre lo scorso anno, in Italia sono entrati in esercizio 1.000 MW di nuova potenza rinnovabile, in particolare eolico (più 5 per cento) e fotovoltaico. Le performance degli anni d’oro sono obiettivamente distanti e non si avanza più di corsa come nel recente passato; tuttavia le rinnovabili proseguono (al piccolo trotto).
La tendenza sembra confermarsi anche in questo primo scorcio di 2016. Consideriamo le vendite di energia elettrica sul cosiddetto mercato elettrico del giorno prima (MGP). Il mese di febbraio mostra una significativa flessione (rispetto a dodici mesi prima) della fonte idraulica, con un calo del 14,6 per cento; ma in compenso entra in campo a vele spiegate l’eolico con un aumento addirittura pari al 46 per cento.
E cosa succede, a questo punto, in termini di quote mercato? Il geotermico sale dal 2,4 al 2,5 per cento (nell’ultimo anno); l’eolico dal 7 al 10,4 per cento. Al contrario, il solare cala dal 9,4 all’8 per cento e l’idrico dal 16,1 al 13,9 per cento. Nel complesso, rinnovabili al 34,9 per cento a febbraio 2016; esattamente la stessa cifra - al decimo di punto - di dodici mesi fa. Tutto è cambiato, ma nulla è cambiato. E le rinnovabili continuano ad andare forte... sperando di aprire al più presto l’ombrello.
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