Dall’oro nero alla green vision, i Paesi OPEC provano la svolta |
|
|
di Carlo Andrea Bollino
L’anno appena trascorso ha davvero aumentato le incertezze dei mercati energetici di tutto il mondo. Il 2015 si è concluso con prezzi del petrolio eccezionalmente bassi, a causa di un livello mondiale di scorte che non ha riscontro con gli anni precedenti e che ha osteggiato i tentativi di recupero delle quotazioni.
Nonostante questa instabilità del mercato, tradottosi in un differimento - quando non addirittura in una cancellazione - di investimenti in nuovi progetti, i Paesi produttori, con i Paesi OPEC in testa, hanno continuato a non modificare le proprie quote di produzione. Si tratta di una scelta che presenta diverse chiavi di lettura.
Prima tra tutte, la volontà dell’Arabia Saudita di conservare per quanto possibile intatta la propria quota di mercato. In questo senso la strategia appare abbastanza chiara: massimizzare i livelli di produzione pur in presenza di bassi prezzi del petrolio, con lo scopo di spiazzare gli investimenti e l’intervento di nuovi possibili fornitori, sia Paesi non-OPEC come USA e Russia, sia OPEC come l’Iran.
Una seconda chiave di lettura è quella di sfruttare l’occasione offerta dai bassi prezzi del petrolio per rivedere la struttura economico-sociale dei diversi governi, fornendo l’opportunità di avviare quelle riforme fiscali necessarie per una loro riconversione verso un green vision.
Sotto quest’ultima chiave di lettura devono essere viste, infatti, le novità apportate da Paesi come Arabia Saudita e Qatar che per primi hanno annunciato tagli ai sussidi, sia per contenere i propri deficit che un prezzo del petrolio tanto basso comporta, sia per elaborare quelle riforme che altrimenti sarebbero più difficilmente accettate dalla popolazione. Proprio il Qatar ha annunciato a inizio 2016 di aver deciso di aumentare il prezzo interno della benzina del 30 per cento (approfittando del basso prezzo del petrolio a livello mondiale), con l’obiettivo di ridurre le sovvenzioni ai combustibili fossili. [...]
©nuovaenergia
L’ARTICOLO COMPLETO È DISPONIBILE PER GLI ABBONATI.
CHIEDI LA COPIA SAGGIO DELL’ARTICOLO IN FORMATO PDF A | rivista_at_nuova-energia.com
|
|