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Anche il tessuto industriale deve fare la sua parte Stampa E-mail

Torna al sommario del dossier di Fabio Inzoli | direttore dipartimento di Energia Politecnico di Milano






La Conferenza Internazionale sul clima di Parigi del dicembre 2015 ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica l’esigenza di individuare soluzioni che nei prossimi anni possano limitare il riscaldamento globale.


In questi giorni il crollo del prezzo del petrolio e le tensioni sui mercati, con le ripercussioni a livello di politica internazionale, hanno riaffermato l’esigenza di un cambiamento di rotta nelle politiche energetiche.
Sono segnali che evidenziano sempre di più, se ancora ce ne fosse bisogno, l’importanza che potranno avere in futuro nuovi modelli di sviluppo e nuova tecnologia in campo energetico. Le esigenze a cui si dovrà rispondere e le opportunità di mercato che si potranno aprire saranno condizionate dalla capacità di trovare e proporre innovazione; insomma dalla capacità di fare ricerca.


Il sistema industriale italiano è caratterizzato da una rete di PMI, anche se non mancano nel settore energetico i grossi attori internazionali.
È un sistema ancora oggi apprezzato per la qualità della nostra produzione industriale, in un mercato che vede l’esportazione come condizione necessaria per la competitività - e la sostenibilità - del sistema industriale nazionale.
Viene ancora riconosciuto alle nostre aziende un alto livello di competenza, maturato dalla capacità di saper innovare e di saper fare. È spesso stata una innovazione incrementale, mentre paghiamo una scarsa propensione, come nazione, a innovazioni di breakthrough, che in ambito tecnologico richiedono investimenti importanti.[...]

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