COOKIE
 
PAUSA-ENERGIA
 
INFO@COMUNI - RAEE, la parola ai protagonisti Stampa E-mail











29 febbraio 2016 | INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA | Cosa ne pensano della filiera di raccolta dei prodotti giunti a fine vita le aziende che realizzano apparecchiature elettriche ed elettroniche? I giudizi sono globalmente positivi, ma il livello di informazione è ancora inadeguato. E resta il problema del sommerso, non intercettato dai consorzi.


Qual è l’opinione dell’AEE sul RAEE? Quello che sembra uno scioglilingua è in realtà l’acronimo di “Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche - AEE” e caratterizza quindi i produttori di questa ampia tipologia di beni di consumo. La “R” posta davanti alla sigla è riferita al termine “Rifiuti”, quindi ha a che fare con chi si occupa della (corretta) gestione di tali prodotti quando sono giunti a fine vita. Dunque, riformulando la domanda: come è valutato l’attuale sistema di raccolta, recupero e riciclo di AEE da parte dei protagonisti? Ovvero: il primo segmento della filiera quale percezione ha dell’ultimo?
Per dare una risposta (anzi più risposte!) Ecodom - il più importante consorzio operante in Italia nella gestione dei RAEE - ha commissionato ad IPSOS una apposita indagine di mercato. L’istituto di ricerca ha cominciato a sondare il polso della situazione a partire dal settembre 2015 e solo nelle scorse settimane ha reso noti i risultati. Ebbene, il contesto generale può essere sintetizzato in due parole: Sì, però...
I riscontri positivi - e ce n’è più di uno! - paiono infatti sempre mediati da altrettante criticità che ne attenuano la portata. Ad esempio, l’87 per cento delle aziende intervistate dichiara di avere al proprio interno “una figura o un ufficio preposto alla gestione dei RAEE”. Ottimo! Questo ruolo, però, solo raramente è svolto da personale dedicato e appositamente formato (la figura di un environmental manager è presente in solo 3 casi su 100).
Altro esempio? La maggior parte degli intervistati valuta positivamente la recente evoluzione normativa del sistema RAEE in Italia. Però il 28 per cento del campione ammette di essere “disinformato sul tema” e un interpellato su tre “non ha idea di come si posizioni l’Italia nel contesto europeo”.
Il dato forse più significativo di tutto lo studio riguarda il disperso, dunque il flusso di RAEE non “intercettato” dai sistemi collettivi istituiti dai produttori di AEE e del quale non si ha certezza che sia sottoposto a un trattamento ambientalmente corretto. “La valutazione media degli intervistati è che il peso del sommerso - precisa lo studio IPSOS - sia pari al 44 per cento del totale dei RAEE raccolti in Italia; una percezione molto distante dalla realtà, dal momento che i dispersi rappresentano oltre il 70 per cento del totale”.
Ancora una volta si conferma strategico il ruolo della corretta formazione e informazione; elementi imprescindibili per un’adeguata gestione del ciclo dei rifiuti. Non solo elettronici!


LEGGI LE ALTRE NOTIZIE DELLA NEWSLETTR INFO@COMUNI

 
© 2005 – 2024 www.nuova-energia.com