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L’ottimismo c’è ma non lasciamo l’impresa nella selva delle norme Stampa E-mail
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di Chicco Testa | Presidente Assoelettrica





Certamente la velocità, la prontezza legislativa non è il nostro forte. Per fare una riforma impieghiamo più tempo ad elucubrarla e ad approvarla che ad applicarla. Ma tant’è, consoliamoci e diciamo che il 2015 è stato un anno positivo, nel quale finalmente si sono fatte alcune cose essenziali per ridare un senso al mercato elettrico
.


Rimane ancora un bel po’ di lavoro da fare, indubbiamente, ma non possiamo lamentarci sempre e comunque. Diciamo allora che finalmente si sta mettendo mano a quell’assurdo groviglio di regole la cui applicazione ha prodotto per quarant’anni il sistema tariffario più strampalato d’Europa, costringendo decine di milioni di utenti domestici a rinunciare ai benefici che l’elettricità offre, sia in termini di qualità della vita, sia in ragione della sua maggiore efficienza e sicurezza e minori impatti ambientali.
È, infatti, in dirittura d’arrivo la tanto sospirata riforma delle tariffe: a breve, un parte importante degli oneri di sistema che gravano nelle bollette per sostenere le fonti rinnovabili, per smantellare il nucleare, per remunerare il trasporto e la distribuzione dell’elettricità, verranno riportate in misura maggiore sulla potenza impegnata, al fine di lasciare quasi omogeneo il prezzo del singolo chilowattora consumato.
Rimarrà per qualche anno la distinzione tra utenze residenti e non residenti, cosa a mio avviso profondamente sbagliata.
Ma l’Autorità su questo punto non ha potuto ascoltarci perché, a suo avviso, era l’unico modo per dare maggiore gradualità al riequilibrio tariffario tra utenti sussidiati (i residenti che consumano meno di 2.700 kWh con 3 kW di potenza disponibile) e utenti sussidianti (praticamente tutti gli altri).
Speriamo soltanto che la fase di transizione non sia il solito pasticcio con il quale si perpetua il provvisorio.[...]

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