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IL GIORNALIERO | Mobilità: sui binari italiani vale la formula “più a meno” Stampa E-mail

12 GENNAIO 2016 - Secondo gli ultimi dati Istat crescono i passeggeri che scelgono il treno, pur calando le distanze medie percorse. Nel complesso questa forma di mobilità ritenuta sostenibile (o per lo meno più sostenibile della gomma) riesce quindi a mostrare qualche segno di vitalità, dopo anni di indubbia difficoltà.
Nel 2014 sono stati movimentati nel complesso 864,1 milioni di passeggeri rispetto agli 854,8 del 2013. L’incremento è marginale, nell’ambito del singolo punto percentuale; diventa però ben più significativo se si prende come termine di paragone il 2004 (728 milioni e rotti). In questo caso l’incremento sale al 19 per cento. Piuttosto significativo...
Nel frattempo, tuttavia, è fortemente calato il percorso medio per passeggero, passato - sempre nell’orizzonte dell’ultimo decennio, da 67,6 a 57,8 chilometri. Vuol dire - semplificando al massimo l’analisi - che c’è stato un sensibile spostamento di utenza nei confronti del traffico pendolare (presumibilmente di corto raggio) rispetto a quello sulle lunghe distanze (nonostante l’alta velocità non se la stia passando male).
L’indicatore globale, ovvero quello dei passeggeri-chilometri segna un modesto tasso di crescita pari all’1,5 per cento (nel lungo periodo, 2004-2014) e al 2,5 nell’ultimo anno. Per i trasporti italiani su ferro, quindi, i conti sembrano tornare in base alla semplice equazione: più a meno.

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