COOKIE
 
PAUSA-ENERGIA
 
DI TUTTO UN PO' 381 - A questo Paese piace molto essere “al” verde Stampa E-mail

Il 21 novembre scorso si è celebrata la Giornata nazionale dell’albero. Non so quanti ne fossero a conoscenza ma una cosa è certa. Da destra a sinistra e da cento destra/sinistra a sinistra centro, gli italiani amano gli alberi. Almeno su questo gli schieramenti non litigano. Come è capitato nel mio quartiere dove, tra le proteste, ne sono stati abbattuti molti per lasciare spazio ai cantieri della metropolitana. Con un particolare: ognuno ha manifestato e marciato per conto proprio. A conferma che spesso l’ecologia si esprime con modalità rizomatiche. Resta il fatto che il nostro albero ha assunto ormai un valore simbolico associato al colore verde. Prova ne sia che il verde, sia pubblico sia privato, non è tale senza una cospicua presenza di alberi.

Senza camminare A Piedi Nudi nel Parco, come Jane Fonda e Robert Redford, apprendo da una relazione del Comitato per il verde pubblico - un organismo ad hoc costituito presso il ministero dell’Ambiente (con la stessa legge che istituisce la Giornata nazionale degli Alberi, la n.10 del 2013, “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbano”) – che gli spazi verdi nelle città rappresentano in media quasi il 3 per cento del territorio dei capoluoghi di Provincia, pari a circa 580 milioni di metri quadrati. E in alcuni casi (il 16 per cento) questi spazi ricadono all’interno di aree naturali protette.

Nella relazione si ricorda come i sindaci siano tenuti a fare un “bilancio arboreo” del proprio mandato, dall’inizio alla fine. Presumo che si tratti di censire e classificare gli alberi domiciliati nel territorio comunale. Non so se i primi cittadini abbiano già alcuni problemi contabili nei loro bilanci, ma con il tempo si può fare e non so quanti l’abbiano fatto. Inoltre, a loro, viene ricordato di piantare nel Comune un albero per ogni neonato o bambino adottato. Visto il nostro tasso di natalità, se qualche zona attualmente scarseggia di fusti sarebbe meglio pensare ad altre soluzioni.

Sul verde urbano ha espresso parere il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti sottolineandone l’importanza: “Il nostro verde, e quello delle città in particolare, contribuisce ad attenuare l’inquinamento assorbendo 12 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, quasi il 3 per cento delle emissioni totali. La vivibilità del Pianeta è anzitutto vivibilità delle città; in questo contesto, il verde urbano è un esempio di sviluppo sostenibile oltre ad essere anche un valore culturale”.

In base alla relazione del Comitato nel 2013 la media di verde urbano per ogni cittadino è stata quantificata in 32,2 metri quadrati. Nelle regioni del Nord più del 40 per cento dei capoluoghi offre agli abitanti una buona disponibilità di verde. Lo spazio pro-capite scende al centro e al sud, ma Matera, con oltre 992 metri quadrati, è la città che offre più verde ai propri cittadini grazie al suo parco archeologico.

A questo punto, completata la lettura della notizia, mi ha assalito un forte dubbio (sulle mie qualità mnemoniche). Infatti, ho sempre associato il capoluogo lucano ai suoi “sassi” e al particolare agglomerato dove non ricordo grandi presenze arboree, se non la loro assenza. Pertanto ho fatto un giretto sul sito del ministero dell’Ambiente dove (cito il passo) il Comitato fa cenno a Matera (circa 60 mila abitanti) “con oltre 59 milioni di m2 interamente attribuibili al parco archeologico delle chiesi rupestri che rappresentano la quasi totalità del verde urbano della città”. Un po’ fuori porta, ma non importa.

Giuliano Agnolini
Questo indirizzo di e-mail è protetto dal spam bots, deve abilitare Javascript per vederlo



Torna all’archivio 2015

 
© 2005 – 2024 www.nuova-energia.com