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DI TUTTO UN PO' 377 - C’è ancora qualcuno con il colpo in canna … fumaria Stampa E-mail

In Italia ci sono due milioni di stufe a legna e un numero assai consistente di camini domestici, quelli che fanno da sfondo a spot di varia natura commerciale. Parentesi: non capisco perché in questa circostanza - quasi sempre - ci sia come testimonial un’avvenente signorina e mai una graticola con un po’ di fette di polenta a riposo sulla brace.

Riprendo il filo dello storytelling (parola da buttare nel camino). Di preciso non si conosce il numero delle canne fumarie rifornite dagli impianti di riscaldamento condominiale, ma sicuramente non sono poche. Ecco, quindi, tre esempi che hanno a che fare con una corretta manutenzione, soprattutto per i primi due. E visti i numeri, c’è poco da scherzare e non deve stupire che esista l’ANFUS, l’Associazione nazionale fumisti e spazzacamini. Che, in vista, della (più o meno) stagione fredda ha fornito questi suggerimenti. In primo luogo, occorre “bruciare solo legna asciutta, stagionata da almeno 12 mesi, per evitare sprechi e la formazione di catrami”. “Ideale sarebbe conservare la legna in due cataste - aggiunge la nota di ANFUS - ognuna delle quali sufficiente per il consumo di un anno, utilizzandole a rotazione. È fondamentale non bruciare scarti di lavorazioni come truciolati, compensati o elementi verniciati; plastica e carta patinata, scarti alimentari o mozziconi di sigarette: da questi prodotti durante la combustione si possono liberare inquinanti che fuoriescono dal camino”.

Per gli spazzacamini dell’ANFUS “mediamente si rende necessario un intervento di manutenzione dopo aver consumato tra i 40 e i 70 quintali di legna ben stagionata, che equivale al consumo di un’accensione giornaliera di almeno sei ore durante il periodo di due stagioni invernali”.

“La stagione invernale deve ancora iniziare, ma si legge già ogni giorno d’intossicazioni, incendi e malfunzionamento delle canne fumarie - conclude l’ANFUS - e dobbiamo smettere di pensare al caminetto o alla stufa come un semplice elettrodomestico, essendo impianti termici come tali vanno trattati... Rinuncia al fai da te, chiama per l’installazione l’installatore abilitato (fumista) e lo spazzacamino qualificato per la manutenzione”.

Può sembrare strano che in un’epoca ad alta densità tecnologica ritorni in auge una figura professionale d’altri tempi. A proposito, nel 1965 o giù di lì ebbe un grande successo il film Mary Poppins. Non essendo ancora disponibili videocassette, dvd e pay tv, eccetera, la memoria dello spettacolo ammirato nella sala buia era affidato anche alla colonna sonora. Nell’occasione, l’acquistai grazie ad una mancetta genitoriale e sono sicuro che nella mia scelta avesse pesato anche la voce “spazzacamino”. Infatti, è rimasta evergreen (come tante altri motivetti) la canzoncina Cam-caminì e ancor oggi è indimenticabile la sequenza con lo strepitoso balletto degli spazzacamini sui tetti di Londra.

Trovandoci, cinematograficamente, agli inizi del Novecento posso sospettare che l’aria albionica non fosse molto salubre e che il carbone fosse il combustibile più usato (trivelle a venire nel Mare del Nord). E chissà com’era conciato l’apparato respiratorio degli spazzacamini. Passato tanto tempo, dal film, oggi li vedrei ben utilizzati lontano dalle canne fumarie ma sempre all’opera con le specifiche competenze. Infatti, in giro c’è molta fuliggine che andrebbe rimossa per il bene dei cittadini. Senza dimenticare che le incrostazioni, non solo nei camini, possono procurare pericolosi incendi. E, poi, di fumo (negli occhi) ce n’è già abbastanza.


PS: Assieme alla sopracitata colonna sonora, con la mancetta, acquistai anche due dischi: C’è una strana espressione nei tuoi occhi dei Rokes oltre ad Help! dei Beatles. Due titoli, da inserire a pieno titolo, evocativamente, nelle circostanze della vita.

Giuliano Agnolini
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