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INFO@COMUNI - L’innovazione tecnologica e gli ecobonus “ricostruiscono” l’edilizia Stampa E-mail











30 ottobre 2015 | INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA | Nel 2014 il credito di imposta per ristrutturazioni e risparmio energetico ha prodotto 28,5 miliardi di investimenti e 425mila posti di lavoro fra diretti e indotto, qualificando il sistema imprenditoriale del settore, contribuendo a ridurre consumi energetici, inquinamento e bollette.


“Nell’edilizia, che dall’inizio della crisi ha perso migliaia di imprese e oltre 500 mila addetti, il credito di imposta per ristrutturazioni e risparmio energetico ha rappresentato una straordinaria misura anticiclica: nel 2014 ha prodotto 28,5 miliardi di investimenti e 425 mila posti di lavoro fra diretti e indotto, qualificando il sistema imprenditoriale del settore, riducendo i consumi energetici, l’inquinamento e le bollette delle famiglie”. Lo rileva il presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, commentando il dossier di Cresme e Servizio studi della Camera sugli effetti delle detrazioni fiscali in edilizia presentato recentemente in Commissione.
Aggiungiamo un altro dato significativo: gli stessi incentivi dal 2008 al 2015 hanno interessato oltre 12,5 milioni di interventi e milioni di famiglie. Insomma, il Paese si orienta su un’edilizia di qualità che non consumi il territorio ma punti su innovazione e sicurezza in linea con la necessità di affrontare i problemi posti dai mutamenti climatici in atto.
Basti ricordare che circa un terzo dei consumi energetici e delle emissioni di anidride carbonica sono “prodotti” dagli edifici. Per quanto concerne l’aspetto economico, una casa costruita con criteri innovativi consente un risparmio in bolletta energetica di 1.500-2.000 euro l’anno rispetto ad una “vecchia”. Inoltre, nelle sole scuole i consumi di energia valgono 1.300 milioni l’anno e investendo in efficienza energetica l’ammontare può essere ridotto di almeno un terzo.
Non trascurabile anche un altro segmento della riqualificazione energetica degli edifici. Quelli storici, e in Italia non mancano… soprattutto pubblici, potrebbero mettere in moto interventi per circa 6 miliardi annui.
Inoltre, si stima che l’applicazione di nuove tecnologie nel parco edilizio consentirebbe - con un investimento tra i 9 e i 20 miliardi di euro l’anno - di risparmiare fino al 90 per cento dei consumi di calore generando entro il 2020 circa 500 mila nuovi posti di lavoro. Buoni dati e motivi per continuare sulla strada intrapresa.


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