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DI TUTTO UN PO' 372 - Anche i pesci mostrano tanta umanità Stampa E-mail

È molto difficile comprendere che cosa accade nella vita degli umani ma si sa sempre di più su quella di altre presenze nel creato. La conferma arriva dalla James Cook University, un ateneo australiano, con la seguente notizia: “La cooperazione reciproca, finora attribuita ad animali con elevate capacità cognitive e sociali come alcune specie di primati e uccelli, esiste anche nel mondo marino. I pesci, finora considerati animali asociali e poco intelligenti, sono infatti in grado di fare squadra e guardarsi le spalle a vicenda mentre mangiano per proteggersi dai predatori”.

Una piccola e personale chiosa, prima di procedere. Stando alla scoperta dello studio accademico, fa piacere constatare che anche le specie ittiche si riscattano all’interno dell’ampio repertorio delle italiche locuzioni. E i pinnati, come i quadrupedi, possono emergere dal mare dei luoghi comuni nei quali venivano immersi a scapito della loro dignità. Vedi, “muto come un pesce”, “fare il pesce in barile”, “il pesce puzza dalla testa”. Evidente, poi, la violenta strumentalizzazione nel caso di “trattare a pesci in faccia” o l’allusione (da cronaca giudiziaria) “pesce piccolo/grosso”. Solo una lisca di riscatto sentendo pronunciare “sano come un pesce”.

Con un colpo di coda torno alla scoperta che si è avvalsa della collaborazione dei siganidi, un genere di pesci diffuso nelle scogliere e nelle barriere coralline dell’Oceano Indo-pacifico. Si apprende che “le coppie di siganidi coordinano l’attività di vigilanza in modo stretto, dando sicurezza a chi dei due sta mangiando”, spiega l’autore della ricerca Simon Brandl. “In altre parole, uno sta di guardia mentre l’altro si nutre: questi pesci si guardano letteralmente le spalle a vicenda”. “È un comportamento finora unico tra i pesci e sembra basato sulla cooperazione reciproca tra i membri della coppia con un investimento sul partner che poi viene ricambiato, e si presume che richieda abilità cognitive e sociali complesse mai attribuite ai pesci”, spiega Brandl, aggiungendo: “La scoperta dimostra che la cooperazione può non essere così esclusiva di alcune specie come precedentemente ipotizzato”.

Pertanto, e per quanto dimostrato dai ricercatori, in questo mare di solitudine ci si può sentire meno soli essendo accomunati ad altre specie. Anche tra uomini ci si guarda le spalle. Prima e dopo il 1 di aprile.

Giuliano Agnolini
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