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DI TUTTO UN PO' 368 - Non pensavo di vivere in un Paese “bipolare e schizofrenico” Stampa E-mail

L’ufficio studi dell’Associazione nazionale cooperative di consumatori (COOP) informa che l’Italia, negli anni della crisi, si è trasformata. Nel supermarket delle interpretazioni, quindi, fa capolino una definizione che ci mancava: il nostro è un Paese “bipolare e schizofrenico”. La definizione espressa nell’ultimo Rapporto Coop 2015, visti i dati contenuti e riportati, non è certo incoraggiante considerando che la sopracitata coppia di aggettivi ben si presta ai trattati di psichiatria piuttosto che alle indagini sociostatistiche, nonostante queste ogni tanto diano di matto.

Tuttavia, i ricercatori ci rivelano che, in sintesi, ad esempio, siamo un Paese di palestre e di volontariato, di evasori fiscali e di giovani risparmiatori. Notazione personale: l’Italia non mostra in varie circostanze i muscoli ma risulta, dal Rapporto, al top europeo per numero di palestre con ben 12 mila unità. E a dire il vero, il dato trova conferma osservando il grande sfoggio di pettorali e scattanti carni varie con eventuale rigonfio paramichelangiolesco.

Inoltre, i connazionali battono tutti gli europei quando si tratta di starsene collegati a Internet: in media più di sei ore il giorno smanettando computer e smartphone. Il che spiegherebbe la necessità di sgranchirsi in palestra.

L’indagine sottolinea anche che gli italiani sarebbero i maggiori evasori fiscali ma anche i più altruisti: a fronte di una stima di 200 miliardi di evasione annua, sono sette milioni i connazionali impegnati gratuitamente in attività di volontariato. Anche Kant, qualche altro filosofo nonché svariati santi hanno discettato sui complessi rapporti tra bene e male e non è azzardato sostenere che senza l’uno non esisterebbe l’altro e viceversa. Per saperne di più, contattare Mr. Hyde.

Un altro dato, davvero bipolare in senso geografico: risulta sempre più ampio il divario tra Nord e Sud in fatto di spesa. Fra Trento e la Calabria c’è una distanza di oltre mille euro di spesa mensile. La forbice generazionale, invece, si è allargata. I maggiori risparmiatori sono gli under 35 che spendono 100 euro al mese in meno di chi ha più di 65 anni. Tra le cause della tendenza al risparmio è sempre “il lavoro che continua ad essere la grande discriminante”, si legge nel Rapporto. La novità non è sconvolgente e, senza prendersela troppo con la signora Fornero, si era capito e si capisce che lavoro e previdenza non andavano molto d’accordo se mancavano e mancano occupati in grado di pagare le pensioni ai più anziani. In alcuni casi, purtroppo, al tiro della cinghia partecipano concorrenti di ogni età. Quel che si dice una gara open.

A tutte queste preziose notizie ne collego un’altra. Vale la pena ricordare, infatti, che da tempo le iscrizioni scolastiche all’alberghiero sono inferiori solo a quello dell’irraggiungibile scientifico. Quest’anno, il primo ha sfiorato quota cinquantamila. Non tutti sono aspiranti masterchef e - come ci conferma Unioncamere - tra i 23 mila assunti annualmente molti sono pizzaioli e inservienti. Che trend strano, con tanta gente che rovista cibo nelle spazzature e alloggia in strada! Nel menu della quotidianità non manca mai qualcosa di bipolare e schizofrenico. A scelta.

Giuliano Agnolini
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