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Clima del futuro, ciascuno sta sulle proprie [tesi] Stampa E-mail
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di Nicolas A. Barnes



Nel mese di aprile 2015 l’estensione media dei ghiacci ha raggiunto nell’Artico i 14 milioni di chilometri quadrati, il secondo valore più basso per questo mese dall’inizio delle rilevazioni via satellite. Tale valore è di circa 810 mila chilometri quadrati al di sotto della media 1981-2010 e di appena 80 mila chilometri quadrati superiore al precedente record negativo che risale all’aprile 2007. L’estensione dei ghiacci artici non è uniforme: è rimasta sotto la media nel Mare di Barents, nel Mare di Okhotsk, e nel Mare di Bering ed è stata leggermente più elevata rispetto alla media al largo di Terranova, nello Stretto di Davis, e nel Mare del Labrador.
Nello stesso mese di aprile nell’Antartico l’estensione media del ghiaccio marino ha raggiunto i 9,06 milioni di chilometri quadrati, il valore più alto per questo mese dall’inizio delle rilevazioni satellitari. Tale valore è stato di 300.000 chilometri quadrati superiore al record precedente osservato nel 2014 e di 1,70 milioni di chilometri quadrati superiore alla media 1981-2010.


La differenza tra un Artico che decresce e un Antartico che cresce è ancor più palese se si osservano i grafici realizzati dal NSIDC (National Snow and Ice Data Centre) che mostrano il trend delle estensioni dei ghiacci polari dal 2011 al 2015.
A che cosa attribuire tale evidente differenziazione? Al di là delle molteplici spiegazioni che sono state date (in qualche caso poco convincenti) vi è un aspetto che balza immediatamente agli occhi: Artico e Antartico hanno una differente conformazione geografico-fisica. Infatti il primo è un oceano circondato da masse continentali, il secondo è un continente circondato dall’oceano. In altri termini, il Polo Nord potrebbe essere assimilato ad uno sterminato lago ghiacciato, il Polo Sud ad un grosso ghiacciaio continentale.
Ne conseguono differenze climatiche sensibili che vanno dai modelli di circolazione dei venti, alle caratteristiche della circolazione atmosferica, al pattern delle correnti oceaniche, eccetera. L’inconsueto rilievo dato dai media internazionali ai dati forniti dai maggiori centri di ricerca relativi all’estensione dei ghiacci dell’Artico e dell’Antartico nel mese di aprile 2015 ha avuto - tra l’altro - l’effetto di far riemergere le tesi di quanti non accettano l’evidenza del cambiamento climatico indotto dalle attività umane. [...]

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