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DI TUTTO UN PO' 364 - Quando la ricerca si applica a destra e a manca Stampa E-mail

Fino ad ora, sapevo che lo erano stati John McEnroe e Gigi Riva nonché Mariolino Corso, Clinton, Leonardo e Maradona. Fino ad ora, sapevo che ci sono oggetti fatti su misura per loro. Adesso so che sono mancini i canguri, in prevalenza.

La cosa - pertinente agli umani - mi ha sempre incuriosito avendola sperimenta con una persona tutta sinistra (non era né estremista né extraparlamentare, ma extra per qualche stramberia). Infatti, da mancina, aveva una dotazione di accessori alquanto vasta. Cito il pelapatate con le lame montate al contrario, l’apriscatole che funziona al contrario, il righello graduato dalla destra per non coprire le tacche. Va da sé che bisogna prestare un po’ di attenzione nel maneggiare il tutto se si è destrorsi, per non correre il rischio - come mi capitò - di consumare metri e metri di cerotti oltre a qualche chilo di cicatrizzante.

Con un salto nel presente torno alla notizia marsupiale e alla scoperta documentata sulla rivista Current Biology. Scoperta che non regge il confronto con quella di James Cook quando esplorò le coste dell’Australia e dintorni, ma che merita un opportuno approfondimento. Innanzitutto, dallo studio - condotto da scienziati russi e australiani - si apprende che i canguri hanno l’abitudine di usare la zampa sinistra fino al 95 per cento delle attività più comuni come mangiare e pulirsi. In proposito, sarei curioso di sapere come si fa a raccogliere tali informazioni. Uno scienziato sta lì tutto il giorno a guardare segnando (con la destra o la sinistra?) la somma dei gesti?

Ma, a questo punto, si apre il capitolo più interessante della ricerca. Fino ad oggi, si credeva che la preferenza ad utilizzare un arto rispetto all’altro fosse una caratteristica esclusiva dell’uomo e di altri primati, come gorilla e scimpanzé. Dopo centinaia di osservazioni condotte su canguri in natura (resta il dubbio di sopra), i ricercatori delle università australiane della Tasmania e del New South Wales e i loro colleghi russi dell’Università di San Pietroburgo, hanno concluso che due marsupiali australiani, il canguro rosso e il canguro grigio orientale, e una specie della Tanzania, il wallaby dal collo rosso, utilizzano prevalentemente l’arto sinistro.

Scusate, oggi fa un caldo da deserto australiano, per sopportarlo vorrei essere un aborigeno, e la confusa stanchezza mi costringe a riportare per esteso il testo che ho consultato sul web: “Gli studiosi sottolineano il ruolo assunto dalla postura eretta nella preferenza ad utilizzare un arto. Le specie di canguri che mostrano questa tendenza sono animali che, come l’uomo e i primati, si muovono utilizzando solo gli arti inferiori. Altri marsupiali che si spostano a quattro zampe non hanno mostrato questa caratteristica: il canguro arboricolo di Goodfellow, una specie che utilizza tutte e quattro le zampe per arrampicarsi, non ha mostrato di preferire un arto rispetto all’altro. Resta ora da studiare se ci sono particolari aspetti del cervello di questi marsupiali in grado di spiegare perché i canguri, al contrario dell’uomo che usa prevalentemente la destra, tendano ad essere mancini”.

Capisco che la sete di conoscenza non ha limiti ma, forse, andrebbero ridefiniti alcuni target della ricerca e con essi le priorità della stessa. Lascerei un po’ di mistero nella vita degli uomini e degli animali. E se questi ultimi potessero studiare noi con la stessa attenzione riservata a loro? Noi, umani, già ci spiamo a tutto spiano. Anzi, c’è gente che si fa guardare in tv, h24, e vince un sacco di euro. Magari va a finire che una gallina vuole scoprire con quale mano si gira la frittata. E, perché no?, una pannocchia sarebbe interessata a sapere se usi la destra o la sinistra per fare la polenta.

Poi, soprattutto e sinceramente, mi procura un certo brivido la frase “Resta ora da studiare se ci sono particolari aspetti del cervello di questi marsupiali…” che fa tornare alla memoria il dottor Victor (Frankenstein). Ma forse, sotto sotto, mi brucia il fatto che i comportamenti dell’uomo siano troppo spesso comparati a quelli di gorilla, scimpanzé, e - ora - canguri. Evviva la biodiversità.

Giuliano Agnolini
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