di Carlo Andrea Bollino
Ancora una volta il Medio Oriente è interessato da una “perturbazione” geopolitica che, come ci siamo ormai abituati, non è destinata a concludersi in tempi brevi né in modo definitivo. Ciò determina un clima di profonda incertezza per il settore politico, economico, sociale ed anche energetico, direi mondiale.
Purtroppo, il Medio Oriente è da sempre un’area politicamente instabile e che oggi è alle prese con l’avanzata del califfato islamico; partita dalla Siria e dall’Iraq ha coinvolto la Libia, già provata dalla coesistenza di due Governi antagonisti e decine di milizie armate regionali, e più di recente le ombre delle sue azioni si sono estese all’Egitto, con l’attentato alla popolare località turistica di Luxor, il secondo più grande e antico sito religioso al mondo.
In effetti, come già visto in Tunisia con l’attacco al museo del Bardo, quello a cui stiamo assistendo è una strategia mirata a distruggere sia storia e passato - quindi le origini dei diversi Stati, con la distruzione dei diversi siti archeologici - sia la principale fonte economica degli Stati dell’area Mediorientale, costituita dal turismo.
L’idea che sembra muovere una tale strategia è quella di rendere più debole economicamente lo Stato prima di annetterlo al califfato, cavalcando l’onda della povertà e dei malumori della popolazione, strategia di per sé non tanto difficile da attuare vista la debolezza dei Paesi dell’area, caratterizzata da un forte gap economico della popolazione, ma anche per le diverse frazioni locali presenti sul territorio. Tutto ciò, è chiaro, non ha nulla a che fare con la religione. Sul fronte energetico,.[...] .
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