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Prezzo del petrolio, dove la speculazione si deve fermare Stampa E-mail
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La letteratura specializzata è piena di dibattiti sul legame fra prezzo del petrolio e speculazione, in particolare quella finanziaria. Lo sviluppo di modelli econometrici molto sofisticati ha allargato il convincimento che sia possibile oggi sviscerare, in modo “scientifico”, soggetti dei quali in passato si occupavano solo gli addetti ai lavori, sulla base dell’esperienza e della verifica empirica. La potenza dello strumento analitico viene ritenuta sufficiente persino a coprire molte lacune di merito.
È molto comune vedere analisti, muniti di modelli econometrici, guidare e suggerire investitori a muoversi sulle varie Borse finanziarie e delle commodity. Il paradosso è che, vista la generalizzazione dell’approccio, la maggior parte degli investimenti di questa natura sono mossi dalla stessa logica e tempistica. E quindi, chi riesce a muoversi più rapidamente nel fare le sue elaborazioni modellistiche arriva con leggero anticipo al risultato, al quale tutti arriveranno solo qualche ora dopo, mettendo i propri clienti in condizione di fare affari.


Il risultato di questo stato di cose è il maturare di una consapevolezza che la modellizzazione dei fenomeni, fatta con l’econometria, rispecchia la realtà. Se usando il modello prevedo un evento e poi, statisticamente, l’evento si verifica, non posso non dedurre che il modello sia corretto.
Non mi serve neppure spendere energie per capire le interconnessioni “esplicite”, i rapporti causa/effetto fra la rappresentazione del modello e il mondo “reale”, spesso troppo complesso. Se lo facessi, potrei rischiare di scoprire che la complessità di certi universi reali non può essere semplificata fino al punto da potere essere “contenuta” nelle dinamiche di un modello econometrico.
Nel corso degli eventi quotidiani, quando le dinamiche di mercato sono governate dalle logiche del giorno dopo giorno e dalle reazioni psicologiche del mondo del trading alle news che vengono autoalimentate dal sistema stesso, i modelli riescono a fare finta di “prevedere”, e quindi a supportare bene o male le attività degli addetti ai lavori.[...].

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