di Francesco Marghella
Questo articolo costituisce un approfondimento del Paper Italian economy changes and their impact on the energy system from 1990 to 2014 with particular reference to the industrial sector: implications for the future, di Vittorio D’Ermo, Francesco Marghella e Nino Morgantini.
Il Paper è stato presentato alla 14a Conferenza Europea sull’energia dell’IAEE (International Association for Energy Economics), tenutasi a Roma dal 28 al 31 ottobre 2014. I dati utilizzati sono stati ricavati dalle tavole ISTAT sul valore aggiunto settoriale e dal Bilancio Energetico Nazionale pubblicato dal ministero dello Sviluppo economico, e da elaborazioni ENEA.
In molti si chiedono quali siano i fattori della riduzione dei consumi di energia che ha interessato l’Italia a partire dal 2006. Nel 2013, infatti, la domanda per consumi finali è stata pari a 123.700 ktep (dati MiSE), ovvero 22.900 ktep in meno rispetto all’anno in cui è stato raggiunto il massimo, il 2005. I consumi del 2013 risultano così inferiori a quelli del 1995, quando furono consumati 125.600 ktep di energia. Secondo le più recenti stime dell’Osservatorio energia AIEE, nel 2014 si sarebbe toccato un nuovo minimo, con una domanda di energia inferiore del 3 per cento rispetto al livello del 1990.
Concentrando l’analisi sui soli settori produttivi, ed escludendo quindi i consumi dei comparti trasporti e residenziale, i bunkeraggi e gli usi non energetici, il picco dei consumi del 2005 ha raggiunto quota 64.500 ktep e ad esso è seguito un drammatico calo, interrotto solo nel 2010-2011, che ha portato i consumi ad un livello di 48.200 ktep nel 2014 (stima AIEE), di 800 ktep inferiore rispetto al 1990. Nel 1990 i consumi industriali rappresentavano il 74 per cento del totale settori produttivi, contro il 20 per cento dei servizi e il 6 per cento del settore primario. Nel 2014 le quote sono state, rispettivamente, del 59, 36 e 5 per cento (stima AIEE).
Essendo l’economia cresciuta dell’1,6 per cento l’anno nel periodo 1990-2000 (totale valore aggiunto, dati ISTAT), dell’1,3 per cento l’anno nel periodo 2000-2007 e poi decresciuta dell’1,2 per cento l’anno nel periodo 2007-2014, è interessante capire se la variazione dei volumi di attività bastano a spiegare la variazione dei consumi di energia dei settori produttivi o se altre forze hanno contribuito al cambiamento, determinando una variazione dell’intensità energetica del Paese. [...]
©nuovaenergia
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