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Testa: “Meno politica energetica facciamo e meglio è” Stampa E-mail
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di Davide Canevari


Presidente, come è messa oggi l’Italia dell’energia? Meglio o peggio rispetto a 10 anni fa?
**Sicuramente meglio. Dal punto di vista della struttura energetica abbiamo una pluralità di operatori, un sistema regolatorio che funziona, un mercato libero che sta crescendo. E tutti questi sono innegabilmente degli aspetti positivi.



L’altra faccia della medaglia?
**L’andamento molto negativo dei consumi elettrici è sotto gli occhi di tutti; ed è un elemento che non riguarda solo le utility energetiche. Rappresenta un problema per l’intero Paese, in quanto è imputabile essenzialmente a un processo di deindustrializzazione. Altro aspetto negativo è il peso che la componente parafiscale ha assunto nel conto energetico italiano. E poi volevano anche aggiungere il canone TV in bolletta...



Questa la realtà delle cose. E per quanto riguarda falsi miti, luoghi comuni, leggende metropolitane? Non sembra che la situazione sia molto migliorata.
Partiamo da un presupposto: il consumatore tipo vuole arrivare a casa, premere il pulsante e accendere la luce, ricevendo a fine mese una bolletta chiara (speriamo che la 2.0 riesca a centrare l’obiettivo) e il più possibile economica.
Detto questo, è innegabile che la cultura energetica del Paese resta piena di luoghi comuni e di preconcetti: ad esempio, oggi nel mirino sono finiti anche gli impianti alimentati a fonti rinnovabili (è il caso delle biomasse o dell’eolico). Qualcosa, però, si sta muovendo...



In quale direzione?
Il business model di riferimento nel settore energetico - grandi impianti di produzione e linee di trasmissione - sta cambiando. Ci sono già centinaia di migliaia di punti di produzione e il classico consumatore passivo di una volta, in molti casi, è già diventato anche un produttore che si pone nuove domande e può raccogliere nuove sfide. Essendo più coinvolto, ha maggiori necessità (e opportunità) di informarsi. Venti anni fa l’utente era solo passivo e si poteva incarognire per una bolletta troppo cara, per un disservizio, o per una serie di preconcetti. Ora il dibattito può salire di livello, proprio perché qualsiasi consumatore può diventare anche produttore. [...]

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