di Davide Urso
IRAN E NUCLEARE: LA PARTITA RESTA APERTA ANCHE DOPO L’ACCORDO DEL 2 APRILE
Dopo laboriose trattative, la Dichiarazione di Losanna del 2 aprile - “Accordo sui parametri chiave del trattato definitivo” – ha prodotto un’intesa preliminare, non certo definitiva, ma che stabilisce principi solidi che ora devono essere finalizzati in modo scientifico, pragmatico, cooperativo e con trasparenza.
Il nuclear deal ha le caratteristiche di un accordo politico e di geopolitica energetica, non geostrategico e non ancora scientifico, ad eccezione del ciclo del combustibile. La scienza della non proliferazione è per ora sfiorata. Sul tavolo di negoziazione vi è solo un punto della dozzina che gli ispettori hanno evidenziato come possibili atti clandestini che l’Iran avrebbe potuto compiere prima del 2003 per lo sviluppo della bomba. I parametri chiave dell’intesa tra i P5+1 (i componenti del Consiglio di Sicurezza ONU, Usa, Russia, Regno Unito, Cina e Francia più la Germania) e l’Iran includono una riduzione graduale delle attuali sanzioni, parte delle quali saranno scongelate immediatamente a fronte delle verifiche degli ispettori della IAEA; una limitazione della capacità di arricchimento domestico dell’uranio [...] .
Il punto critico è stato e sarà la gestione del ciclo del combustibile. I P5+1 hanno messo sul tavolo un chiaro pacchetto: riduzione o disconnessione delle centrifughe a velocità supersonica per purificare l’uranio, una riconfigurazione del reattore Arak per produrre meno plutonio e che entrambi i tagli siano consistenti e lunghi abbastanza da assicurare che l’Iran non possa realizzare il break-out time, ovvero essere capace di produrre o stornare nelle proprie strutture declared abbastanza materiale fissile weapon-grade da costruire una bomba così rapidamente da non essere scoperto dalla IAEA e dai servizi d’intelligence. Detto che ci sono altri modi per reperire combustibile weapon-grade, si tratta di un buon pacchetto, che dovrebbe salvare il diritto dell’Iran a sviluppare attività industriali domestiche e apre ad accordi commerciali. Ciò è un must.
Evita all’Iran d’imbarcarsi nella difficile e costosa parte finale del ciclo del combustibile (trattamento), permette di liberarsi dei rifiuti che contengono il 90-95 per cento di tutta la radioattività, con ricadute positive in termini di consenso e di costi di gestione, stoccaggio e smaltimento in deposito definitivo dimostrando anche trasparenza e buona fede. Con l’aggiunta che avrebbe un vantaggio strategico.
Teheran potrebbe scegliere chi si aggiudicherà il “piatto”, con la Russia in vantaggio sulla Francia (competitor industriale di Mosca nel settore nucleare e uscita indebolita da Losanna) visto che ha già stipulato contratti per la costruzione delle unità di centrali nucleari in Iran e ha in corso di validità il contratto di approvvigionamento di combustibile della centrale di Busher fino al 2021. Qui è il pomo della discordia [...].
©nuovaenergia
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