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Il mondo accelera, meglio non restare fermi Stampa E-mail

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di G.B. Zorzoli


FATICHIAMO A PERCEPIRE I SEGNALI DI CAMBIAMENTO, PER ORA NELLA FASE INIZIALE, MA PROBABILMENTE DESTINATI A MODIFICARE IN PROFONDITÀ L’ATTUALE ASSETTO ENERGETICO



Le spinte alla globalizzazione e il non casuale, contemporaneo sviluppo di un forte, a volte sfrenato, individualismo, rappresentano una delle maggiori contraddizioni del nostro tempo. L’individualista spesso tende a rinchiudersi nel proprio particulare, con una perdita di prospettiva che ricorda l’immagine dell’uomo intento a guardare il proprio dito e non la luna che quello stesso dito sta indicando. Proprio il contrario di quanto serve per orientarsi in un mondo sempre più interconnesso.
Accade anche nel settore dell’energia, dove, assorbiti dai problemi di stretta attualità, che indubbiamente non mancano, fatichiamo a percepire i segnali di cambiamento, per ora nella fase iniziale, ma probabilmente destinati a modificare in profondità l’attuale assetto energetico.


Non solo cambi di proprietà
In pochi mesi è accaduto quanto segue. E.ON ha deciso di trasferire la propria produzione con combustibili fossili in una società ad hoc, con motivazioni non troppo diverse da quelle che suggeriscono la costituzione di una bad bank. In Italia ha ceduto i propri impianti di produzione elettrica a carbone e a gas al gruppo energetico ceco Energeticky Prumyslovy Holding (EPH). L’operazione riguarda i circa 600 MW della centrale a carbone di Fiume Santo (Sardegna) e i circa 3.900 MW di altre sei centrali a gas, situate nella Penisola e in Sicilia.
Con un radicale cambiamento di rotta, la Banca Mondiale ha deciso di concedere finanziamenti a centrali a carbone “solo in rare circostanze”, scelta che influenzerà le opzioni energetiche di molti Paesi in via di sviluppo.[...]

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