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Restiamo vigili su canone Rai in bolletta... Stampa E-mail
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di Chicco Testa | Presidente Assoelettrica





Due recenti questioni - una relativa ad un intervento soltanto annunciato, poi messo da parte e per ora dimenticato, l’altra relativa ad una decisione operante a tutti gli effetti - sono suscettibili di modificare il panorama del settore elettrico.
La prima questione, che fortunatamente non è almeno per adesso divenuta concreta realtà, è quella relativa all’inserimento del canone Rai nelle bollette elettriche. Se ne è discusso per alcune settimane, poi, all’ultimo è stato deciso di rinviare la cosa a giorni migliori, in ragione dei problemi tecnici legati all’attuazione di una simile norma e anche delle proteste sollevate dagli operatori elettrici e dalle associazioni dei consumatori. I motivi della contrarietà del mondo elettrico sono stati sviscerati in tutti i modi. Ma vale la pena comunque di ricordarli schematicamente.



Primo, la questione di principio: che cosa c’entra la bolletta con il canone Rai? Perché allora non far pagare anche l’Imu e le tasse sui rifiuti? Tutto nelle bollette, tutto a gonfiare una fattura che già oggi è costituita dall’energia elettrica effettivamente utilizzata soltanto per metà. Non ha senso.
Secondo, la possibilità di un’esplosione della morosità: se moltissimi italiani non pagano il canone Rai c’è il legittimo sospetto che non lo pagheranno anche se inserito in bolletta. E allora, che cosa accadrà se un utente paga soltanto la parte energia della fattura elettrica e non la parte relativa al canone? Su che base il venditore di elettricità potrebbe mai rivalersi? E se, come era stato ipotizzato, le imprese elettriche fossero comunque tenute a versare alla Rai il valore del canone anche se i clienti non lo pagano, quanti ricorsi dovremmo vedere ad ingolfare del tutto la giustizia civile e quella amministrativa?
Terzo, i costi amministrativi e gestionali: l’esazione del canone in bolletta comporterebbe degli oneri che inevitabilmente andrebbero a ricadere sui consumatori finali, mentre le imprese di vendita di elettricità sarebbero costrette a inventare complicate alchimie informatiche per dedicarsi ad un’attività che non ha nulla a che vedere con la propria missione aziendale. Quarto, l’iniquità: potrebbe darsi il caso di persone che non dispongono di alcun apparato in grado di mostrare le immagini televisive e che sarebbero così costrette a pagare un servizio di cui non godono e non possono godere.



Insomma: il canone in bolletta è un’idea sbagliata, inefficace, pericolosa, perniciosa e costosa. Speriamo che non torni a galla. La seconda questione, invece, è diventata norma di legge a tutti gli effetti e costituisce un elemento di non secondaria criticità. Mi riferisco al... [...].

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