30 gennaio 2015 - Ormai sul Pianeta Terra tutto sembra essere diventato opinione, anzi opinabile. Non c’è tema, argomento, tecnologia, soluzione, proposta che riesce a sfuggire a questa strana regola (e l’energia men che meno...). Senti una campana e ti convince in maniera inequivocabile - dati alla mano; e un corposo set di citazioni e di autorevoli pareri a supporto - che quella tal cosa è bianca candida come una nevicata appena caduta. Peccato che una seconda campana - in grado di mettere sul tavolo altre cifre, altri esperti, altri pareri - abbia pronte prove inconfutabili e altrettanto evidenti che, in realtà, quella tal cosa è nera come un pezzo di carbone intinto nell’inchiostro.
Non siamo nell’ambito delle sfumature di grigio - se non in rare occasioni - ma proprio della contrapposizione zero-infinito. Come detto, spesso, proprio il tema energia fa fatica a sottrarsi a queste logiche, anche se l’ultimo caso che ci è saltato agli occhi riguarda l’utilizzo degli OGM, gli organismi geneticamente modificati, in agricoltura.
Nei giorni scorsi le principali organizzazioni agricole hanno lodato apertamente la decisione di mantenere in Italia il divieto di coltivare OGM. Addirittura, per Coldiretti si è trattato di una vittoria che può diventare uno dei nostri migliori biglietti da visita per Expo 2015. Ecco il punto di ripartenza per un nuovo futuro radioso della nostra agricoltura.
Non certo a sorpresa, da Assobiotec, per voce del presidente Alessandro Sidoli, è subito arrivata una dichiarazione di tenore diametralmente opposto: macché ripartenza, qui si rischia la brusca frenata. “L’agricoltura del futuro parlerà sempre più biotech e in questo modo stiamo tenendo il Paese fuori da una occasione di sviluppo. Se vogliamo giocare un ruolo di primo piano nel mercato agricolo mondiale non possiamo perdere l’ennesimo treno di innovazione, stando fermi a guardare gli altri Paesi, che stanno prendendo sempre maggiore velocità”. Per favore, ridateci le sfumature!