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Europa al centro della Conferenza IAEE Stampa E-mail
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di Vittorio D’Eermo



L’Associazione Italiana Economisti dell’Energia (AIEE) ha organizzato e ospitato lo scorso ottobre a Roma ancora una volta un congresso internazionale dello IAEE, l’organizzazione alla quale fanno capo una cinquantina di associazioni nazionali, tra cui l’AIEE, formate da accademici, studiosi e persone impegnate nel mondo delle imprese energetiche presenti in tutti i Continenti. Nell’occasione il congresso ha trovato sede presso l’Università Luiss, che è stata anche sponsor dell’evento.



Al centro del dibattito, l’Europa alla ricerca di strategie capaci di combinare la riduzione dell’impatto ambientale derivante dall’uso delle fonti fossili di energia con la necessità di salvaguardare la competitività del tessuto industriale e promuovere lo sviluppo.
La quattro giorni di lavori si è articolata in sessioni plenarie con la presenza di grandi operatori energetici e di istituzioni, dove sono stati trattati e discussi i temi più generali, e sessioni tecniche dove sono stati presentati e discussi i lavori di analisi. In questa sede scientifica le problematiche delle scelte energetiche e ambientali e di quelle di investimento sono state esaminate con i più raffinati strumenti dell’analisi economica e statistica.
Ne è emerso un quadro completo delle metodologie utilizzabili per l’ottimizzazione delle scelte energetiche e anche per valutare la fragilità di molti luoghi comuni e di certe scelte.



Rispetto al recente passato, quando i temi dell’adeguatezza delle risorse energetiche e del loro accesso erano assolutamente dominanti, l’attenzione di questo congresso si è piuttosto concentrata sui temi dell’ottimizzazione e dell’efficienza dei sistemi energetici come risposta alle sfide ambientali. Nel caso dell’Europa gli incentivi a favore delle rinnovabili sono stati oggetto di vari interventi critici, in quanto con il loro sostegno si sarebbero operate distorsioni del mercato. È stato sottolineato anche l’impatto negativo di una fiscalità non omogenea tra i Paesi dell’Unione che rende ancor più difficile la creazione di un vero mercato dell’energia. Ma le difficoltà per l’Europa non finiscono qui: [...].

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