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DI TUTTO UN PO' 339 - Caro Paul, ti assicuro che l’Italia è stufa (delle tasse) Stampa E-mail

Fino a qualche tempo fa, non conoscevo Krugman (di nome fa Paul). Un cognome così mi evocava distrattamente una nota marca di champagne o un personaggio impaginato in qualche racconto finis Austriae firmato da autore ebreo-gran borghese. Poi, sentendolo citare da tutti, mi sono informato (per quel che posso) e ci siamo conosciuti. Non a Princeton dove insegna questo premio Nobel per l’Economia al quale fanno riferimento molti politici e commentatori citandolo con reverente familiarità.

Se Paul non si offende, attingo al suo pensiero senza saccheggiare scritti e rubriche dispensate sull’italica carta stampata. Ma solo per dire che anche lui si è occupato, recentemente, di petrolio. E come non si può fare a meno di occuparsene!?! Con un prezzo del barile che rotola verso i 50 dollari, con tutti i riflessi che la faccenda procura alle economie! Che ne sarà della Russia che di idrocarburi vive e che si ritrova con un rublo in picchiata e patisce le note sanzioni? Lo shale resterà competitivo?

Tutte domande impegnative alle quali Paul ha dato una risposta che me lo rende ancora più simpatico (tra l’altro ci accomuna la classe, quella anagrafica) poiché dimostra prudenza nel maneggiare una materia alquanto complicata. Infatti, così conclude la sua riflessione sugli impatti della caduta del prezzo del petrolio: “È solo una prima analisi, molto approssimativa”.

Gli do umilmente ragione, perché in generale il mondo del petrolio riserva ciclicamente sorprese, almeno per chi non lo segue o soffre vuoti di memoria. Non mi ricordavo, infatti l’ho letto in questi giorni, che dal 1973 ad oggi il prezzo dell’oro nero è calato di oltre il 30 per cento in tre mesi per sette volte.

Ma tutte queste considerazioni rientrano nei grandi giochi della geopolitica e nella dimensione dei massimi sistemi. Se, invece, si passa alle vicende di casa nostra, gli argomenti energetici sono di diversa natura. Lo dimostra il fatto che la Legge di Stabilità potrebbe portare l’IVA sui pellet dal 10 al 22 per cento garantendo alle casse statali un introito annuo di 96 milioni. Lo prevede un emendamento governativo che sarà discusso in Senato. Quindi, i cilindretti di legno destinati alla stufa sono assimilati ad un idrocarburo. Per par condicio fiscale. Vorrei conoscere il parere di chi ha sostituito, magari incentivato, un impianto a gas o altro!

Caro Paul, fammi sapere che ne pensi. Non solo del petrolio, anche dell’Italia.

Giuliano Agnolini
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