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Il contro-shock petrolifero apre scenari inediti Stampa E-mail
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di Vittorio D’Ermo





La Conferenza dell’OPEC, tenutasi il 27 novembre a Vienna, non è stata una riunione di routine, ma un incontro da cui sono scaturite conseguenze di grande portata per il mercato internazionale del petrolio. Sino al mese di luglio le tensioni internazionali avevano mantenuto i prezzi sui livelli degli anni precedenti, nascondendo il continuo aumento della produzione americana e le corrispondenti riduzioni delle importazioni del più grande importatore mondiale.
Nel momento in cui il mercato ha cominciato ad acquisire consapevolezza che le tensioni in Medio Oriente, in Africa e nell’Europa dell’Est non stavano compromettendo la regolarità dei flussi petroliferi, se non per quantitativi marginali, la percezione di un surplus di offerta si è fatta sempre più precisa.



L’aumento degli stoccaggi anche su navi non è riuscito ad arginare il fenomeno e i prezzi hanno cominciato a ridursi. I Paesi produttori, desiderosi di mantenere le entrate ai massimi livelli possibili, non si sono preoccupati di controllare i livelli produttivi sino alla vigilia della riunione di Vienna dove il problema si è posto in tutta la sua drammatica evidenza. I tentativi di raggiungere un accordo prima della riunione, anche con la partecipazione di Paesi non membri come la Russia, non hanno avuto esito positivo. [...]

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