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Con questa legge fare impresa diventerà un’impresa (impossibile) Stampa E-mail
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di Chicco Testa | Presidente Assoelettrica





Sono trentuno articoli di legge, organizzati in undici “titoli”. Il tutto è preceduto da una presentazione e dall’analisi tecnico-normativa. Un testo abbastanza compatto, scritto in maniera piuttosto chiara. Niente da dire, sulla forma. Anche il titolo suona come molto rassicurante: “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. Chi mai potrebbe dubitare del buon senso di una simile iniziativa? C’è forse qualcuno in giro che gioirebbe vedendo l’esaurimento delle risorse, dall’acqua al petrolio, dai campi coltivati ai boschi incontaminati? Insomma, come si fa a non essere d’accordo?



Tutto a posto, dunque. Finché non ci si prende la briga si leggere con un poco più di attenzione e di spirito critico le 113 pagine del fascicolo del disegno di legge presentato alla Camera dal precedente governo il 12 febbraio scorso e che l’Assemblea ha approvato il 13 novembre, inviandolo quindi al Senato.
Così, leggendo articolo dopo articolo, si viene legittimamente colti dal dubbio che, se non saranno ben chiariti tutti i passaggi e tutte le responsabilità relative alla sua attuazione, con questa legge fare impresa in Italia diventerà più difficile, sopratutto in campo energetico.



La prima difficoltà arriva all’articolo 5, che modifica il testo unico ambientale del 2006 e introduce, per i progetti di impianti di combustione di potenza superiore a 300 MW, di raffinerie, di gassificazione di carbone, nonché di terminali di rigassificazione del GNL, l’obbligo di svolgere una Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) nell’ambito del procedimento di VIA.
Questo significa che, se non sarà adeguatamente chiarito il meccanismo di applicazione della legge, si correrà il forte rischio che la logica per cui si tenta oggi di imporre la chiusura della centrale di Vado Ligure sarà applicata addirittura in anticipo. Spieghiamoci meglio [...].

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