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DI TUTTO UN PO' 333 - Piove sul bagnato e non solo sulle tamerici Stampa E-mail

Mentre tra Bruxelles e Roma non se le mandano a dire, si ha la sensazione che questo mondo parli spesso il linguaggio dell’ipocrisia e del tornaconto personale. Non capita solo in politica, ma anche nella vita di tutti i giorni e nei rapporti interpersonali. Peccato. Piove sul bagnato ed è per questo motivo che piove così tanto non solo sulle tamerici. Pertanto, stanco di tutto ciò, procedo alla breve disamina di due episodi verificatesi nell’hinterland milanese.

Il primo ha a che fare con un furto particolare. Un pensionato di sessantasei anni è stato intercettato dai carabinieri dopo aver rubato 71 statuine del presepe in un centro commerciale. Che dire? I comportamenti umani spesso sono avvolti nel mistero e poche note stampate in un trafiletto di cronaca non soddisfano sempre la curiosità (ci sono persone molto curiose dei fatti altrui e insofferenti quando provi a entrare nei loro). L’autore del furto era stato colto da un raptus natalizio? C’era in ballo un conflitto di civiltà? E, soprattutto, quale destinazione aveva il maltolto? Un’allocazione domestica o il riciclaggio venale, visto l’esorbitante numero di pezzi asportati?

Secondo fatto di cronaca. Un trentaquattrenne armato di un piede di porco, di notte, ha asportato sedici tombini di ghisa mettendo a repentaglio l’incolumità dei passanti già, per altri motivi - causa crisi - caduti in basso. Eppure, suona strano e simbolico questo furto in un momento di così grave crisi delle siderurgia italiana… Quasi fosse un canto del cigno, del valore di pochi spiccioli, con il rischio di essere intercettati dai carabinieri (come è accaduto). Lo sventurato ladro viene descritto come un balordo. Non è specificato se la parola, in questo caso, significhi malvivente o emarginato.

Giuliano Agnolini
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