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Prospettive e limiti dell’efficienza energetica Stampa E-mail
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di Nico Di Franco | ENEA, responsabile Unità Tecnica per l’Efficienza Energetica



L’Italia, notoriamente povera di fonti energetiche, da lungo tempo ha dovuto intraprendere un percorso legislativo di promozione e incentivazione del risparmio energetico. La prima legge sul contenimento dei consumi energetici in edilizia, la n. 373, risale al 1976, seguita dalla legge n. 308 (1982), dalla legge n. 10 (1991), dal CIP6 (1992), dai decreti sui Certificati Bianchi (2004), dal decreto legislativo 192 in edilizia (2005), dalla legge finanziaria sulle detrazioni fiscali del 55 per cento (2007), dal decreto sul conto termico (2012), oltre a tutte le successive modifiche e integrazioni.
Come direbbe il Manzoni, al dispiegarsi di un tal apparato normativo così gagliardo e sicuro, viene una gran voglia di credere che tutta l’energia che si poteva risparmiare, lo sia stata e stabilmente per gli anni a venire.



In occasione del recente recepimento della direttiva n. 27 del 2012 (col D.Lgs 102/14 dello scorso 4 luglio) si è tuttavia riaperto il dibattito sul tema dell’efficienza energetica anche in termini di valutazione del potenziale di risparmio ancora aggredibile, che diversi analisti ritengono enorme, sia a livello nazionale sia europeo.
L’apparente contraddizione che consegue alla persistenza di questo grande potenziale, nonostante le ingenti risorse normative e finanziarie liberate e introdotte in Italia negli ultimi quaranta anni, non è altro che una delle varianti del paradosso di Jevons: se l’efficienza nell’uso di una risorsa aumenta, ne diminuiscono i prezzi grazie all’aumentata disponibilità, ne aumentano di conseguenza i consumi (con sprechi annessi) che inducono la necessità di nuove politiche di contenimento e così via, con i consumi che non accennano a diminuire.



La questione chiamerebbe in causa ovviamente anche non banali problemi di contabilità, sia in termini quantitativi sia metodologici, ma qui non vogliamo spingere in dettaglio queste analisi; vorremmo invece chiederci, tenendo conto solo di numeri e fatti consolidati, perché il tema del risparmio energetico e dell’efficienza energetica sia ritenuto così centrale dai governi, e soprattutto quali ne siano i presupposti concettuali e le peculiarità distintive - se ce ne sono - che lo differenziano da altre questioni extraenergetiche altrettanto meritevoli di un interesse globale. [...]

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