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Biomasse [sostenibili] alla prova del fuoco Stampa E-mail
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di Ugo Farinelli



Può essere interessante leggere a confronto i testi di due comunicazioni della Commissione Europea al Parlamento e agli altri organi comunitari, prodotti dalla Commissione nell’ultimo anno su due temi parzialmente sovrapposti - le biomasse energetiche e il futuro delle foreste - non contradditori nelle conclusioni ma derivanti da punti di vista molto diversi. Si tratta del documento Una nuova strategia dell’UE per le foreste e per il settore basato sulle foreste (COM(2013)659 final del settembre 2013) e del documento di lavoro del luglio 2014 (SWD(2014)259 final) Stato dell’arte sulla sostenibilità della biomassa solida e gassosa usata nell’UE per l’elettricità, il riscaldamento e il raffrescamento, che completa il quadro delle biomasse dopo la direttiva RED del 2009 (Renewable Energy Directive) che riguardava i biocombustibili (e più in generale le biomasse liquide) indicando dei requisiti di sostenibilità, ultimo passo sul cammino della diffusione dell’uso energetico della biomassa.



È proprio su questo concetto di “biomassa sostenibile” che si è sviluppata una discussione piuttosto accesa che ha coinvolto molte delle parti in causa, dai produttori agricoli interessati alla coltivazione di biomassa alle associazioni ambientaliste, dalle società petrolifere ai regolatori. Riprendiamo qui, con l’occasione degli ultimi documenti della Commissione, alcuni degli aspetti del dibattito in corso. La diversità di punti di vista può portare a un arricchimento delle considerazioni e a una sinergia delle conclusioni.


Cominciamo dal documento più recente, quello sulle biomasse. Non c’è dubbio che l’utilizzo energetico della biomassa ha una parte importante nelle politiche energetiche di medio e di lungo termine dei Paesi membri dell’Unione Europea e dell’Unione nel suo insieme, oltre che di altri Paesi (inclusi Stati Uniti, Cina e India) e dell’insieme dei Paesi industriali rappresentato dall’OECD. Nella misura in cui le biomasse rappresentano una fonte energetica rinnovabile e sostenibile (ci torneremo tra poco), esse hanno una serie di vantaggi di non poco conto rispetto ad altre fonti. Prima di tutto sono accumulabili, e non sono quindi soggette alle aleatorietà tipiche dell’energia solare e di quella eolica che o si sfruttano quando sono disponibili o si sprecano. In secondo luogo sono abbondanti, con ampie possibilità di crescita della produzione.

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Questi aspetti positivi si rispecchiano nelle previsioni di scenari energetici dell’UE al 2020, al 2030 e oltre: per esempio il 20 per cento del contributo delle fonti energetiche rinnovabili al consumo primario lordo di energia previsto per il 2020 dal famoso 20-20-20 è per metà destinato ad essere coperto dalle biomasse, con un contributo crescente nel tempo in assoluto e in percentuale. Con un non piccolo elemento di cautela.
Questo contributo deve provenire da un uso effettivamente rinnovabile e sostenibile della biomassa. E molta della biomassa che viene utilizzata oggi (particolarmente in Paesi in via di sviluppo, ma anche in alcuni dei Paesi più industrializzati) non è sostenibile e neppure sempre rinnovabile. [...]

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