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Sicurezza energetica, serve approvvigionamento di razionalità Stampa E-mail

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di G.B. Zorzoli


La crisi ucraina ha rimesso al centro del dibattito il tema della sicurezza energetica, che va però affrontato su basi razionali e non emotive.
Va innanzi tutto sottolineato che nelle spregiudicate iniziative di Putin contro l’Ucraina molto probabilmente pesano non solo considerazioni di carattere geopolitico. È tipico dei regimi in difficoltà mobilitare le popolazioni contro supposte aggressioni agli interessi nazionali, per distogliere l’attenzione dai problemi interni. Questi nella Russia odierna sono creati dalla bassa crescita economica, che impedisce la mitigazione di uno scontento sociale largamente diffuso, e dal parallelo sviluppo di una classe media evoluta, meno disposta di ieri ad accettare metodi di governo autoritari.




Le medesime cause impediscono però a Putin di utilizzare seriamente contro l’Europa l’arma del gas. Il ricatto si trasformerebbe rapidamente in un suicidio politico, che tuttavia la Storia ci impedisce di considerare un esito impossibile. A breve il rischio non può quindi essere del tutto escluso, anche se, come vedremo, esistono le condizioni per minimizzarne l’impatto.
Per questi motivi, una strategia di medio-lungo termine deve garantire un riequilibrio degli approvvigionamenti dall’estero, tale da ridurre il peso dell’import russo, scelta relativamente agevole tenendo conto dell’attuale mix dell’offerta di gas e le prospettive di evoluzione della domanda nel prossimo decennio.


Domanda e offerta di gas
La domanda italiana di gas ha raggiunto il suo massimo nel 2005 (86,1 miliardi di m3); poi, ancora prima della crisi economica, ha incominciato a decrescere: nel 2007 era già a 84,5 miliardi di m3. La recessione ha fatto il resto. Nell’ultimo triennio i consumi sono passati da 77,92 (2011) a 74,91 (2012), a 70,07 miliardi di m3 (2013). Il calo non è quindi dovuto soltanto alla crisi economica. La crescita tumultuosa della produzione elettrica con fonti rinnovabili ha ridotto in misura sensibile l’apporto dei cicli combinati, con una conseguente diminuzione del consumo di gas, stimabile in circa 8-9 miliardi m3/anno nel 2013, rispetto al 2008. Né si profilano grandi prospettive di crescita per la domanda futura. [...]

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