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INFO@COMUNI - Un’azienda italiana su tre: “Sono strategiche le energie più pulite” Stampa E-mail

31 ottobre 2014 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Una rilevazione effettuata consultando il top management rivela un forte interesse verso l’utilizzo di fonti sostenibili ed eco-tecnologie. Una “manifestazione di interesse” superiore a quella registrata nell’Unione europea, Paesi del G7, e Stati Uniti.


Si parla tanto, in Italia, di: innovazione e di impresa. Entrambe, si dice, hanno destini legati all’altezza del problema/necessità di creare sviluppo. In questo contesto, abbastanza complesso e con risvolti “pesanti” occupazionali in alcuni settori, può essere confortante una notizia che emerge dall’ultima rilevazione dell’International business report (Ibr). Questa indagine - dedicata all’energia sostenibile e alle eco-teconologie - è frutto di 2.500 interviste a vertici di aziende e imprese di 34 Paesi.
Ebbene, un’azienda italiana su tre (32 per cento) considera strategico per il proprio business passare all’uso di fonti di energia più verdi. Può essere un buon punto di partenza, che poi dovrebbe essere tradotto in realtà (se possibile). Per il momento ci si consola apprendendo che in Italia la percentuale delle aziende che credono nella svolta delle energie pulite è superiore a quella registrata dalle imprese dell’Unione europea (che arrivano al 30 per cento), a quelle dei Paesi del G7 (28 per cento) e degli Stati Uniti (22 per cento) ma inferiore a quella del Continente africano (51 per cento) e dell’America Latina (64 per cento). C’è da ritenere che queste due ultime percentuali risentano di uno stato dell’arte tecnologico un po’ più arretrato anche se assai dinamico rispetto alle sopracitate aree, sicuramente più sviluppate.
Ma scendiamo nel dettaglio della rilevazione. A livello mondiale, mostrano forte inclinazione a rendere più verde la propria fonte energetica le aziende del settore cleantech o ecoteconologico che dir si voglia (69%), seguite da quelle del turismo (58%), dei trasporti (54%) e delle utility (41%). Inoltre, dal report si evince che il 55% dei dirigenti d’azienda valuta il costo delle materie prime (compresa l’acqua) un elemento fondamentale per lo svolgimento della propria attività; la percentuale aumenta al 65% nel sud-est asiatico, al 69% in America Latina e al 71% in Africa.
Il Nord America si attesta al 57% mentre l’Europa al 44%. Tra i Paesi maggiormente interessati alla sostenibilità energetica spiccano India (83%), Messico (74%), Botswana (72%) e Australia (68%). Ancora una nota positiva per le imprese italiane: il 36 per cento - percentuale superiore rispetto al 30% della media europea - vuole essere certo che l’energia sia prodotta da fonti sostenibili.
Non resta che passare dalle rilevazioni alle azioni, ovviamente creando le condizioni per concretizzarle.


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