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INFO@COMUNI - Dalla pulizia del verde un Pianeta con energia “verde” Stampa E-mail

31 ottobre 2014 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Dal rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia rinnovabile (IRENA) emerge che nel 2030 la biomassa potrebbe coprire il 20 per cento dell’energia mondiale. Il recupero di scarti agricoli, sfalci e prodotti forestali abbatte le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.


Quando si dice che è meglio darci un taglio… Non si tratta di situazioni imbarazzanti, colloqui insopportabili e fastidi sentimentali. Stavolta, il taglio è pertinente a scarti agricoli, prodotti forestali e, perché no?, ai residui degli sfalci nei giardini privati e in aree di competenza pubblica. In sintesi, anche dalle potature e dalla pulizia del verde si può ricavare una parte considerevole dell’energia che serve al Pianeta. Un attimo.
La biomassa, se ben sfruttata, nel 2030 potrebbe infatti arrivare a rappresentare il 60% del consumo di energie rinnovabili, coprendo il 20 per cento del consumo energetico complessivo del Pianeta. Sembra un sogno? Sembra proprio di no. Questa realtà auspicabile è rivelata da un rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia rinnovabile (IRENA), organizzazione intergovernativa che supporta i suoi membri - 133 Stati più l’Unione europea - nella transizione alle rinnovabili.
Tornando al 2030, l’Associazione punta a raddoppiare la quota “verde” di energia nel mix energetico mondiale toccando quota 36 per cento affidando alle biomasse un ruolo importante nel contenimento delle emissioni di anidride carbonica.
In base alla ricerca di IRENA, il 40 per cento della biomassa potrebbe essere costituito da rifiuti e scarti agricoli, risorse che non intaccano la produzione alimentare, mentre il 30 per cento sarebbe fornito da prodotti forestali sostenibili, ovvero evitando il fenomeno della deforestazione. Il ricorso a tali risorse, che non comportano un fabbisogno di terreni e acqua e quindi non entrano in competizione con l’agricoltura, potrebbe contenere la CO2 entro le 450 parti per milione, la soglia di riferimento per mantenere l’aumento della temperatura globale entro i 2 gradi centigradi.
Non va trascurato, inoltre, il contributo che può essere fornito dal verde pubblico e privato: una risorsa la cui cura non porta solo decoro ma contribuisce alla tutela del territorio.
Insomma, la biomassa può fornire il suo contributo ad un ambiente più vivibile fornendo, altresì, una ricchezza altrimenti destinata a marcire. E il futuro si presenta ricco di interessanti prospettive. Infatti, il consumo, secondo gli esperti, sta cambiando: se oggi i due terzi della biomassa vengono usati per riscaldarsi e cucinare (la classica legna da ardere), in futuro un terzo della biomassa potrebbe essere usato per produrre energia e calore, un terzo nei trasporti e la restante parte nell’industria e nell’edilizia.
Diamo un taglio al passato…


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