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INFO@COMUNI - Mini-centrali, il 70% con “motore” a fonte rinnovabile Stampa E-mail

30 settembre 2014 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Tra i 485.000 piccoli impianti attualmente attivi in Italia (oltre 30 mila MW, un quarto della potenza installata totale) primeggia il solare con il 31 per cento. Circa il 40% dell’energia prodotta da generazione distribuita viene autoconsumata mentre il rimanente viene immesso in rete. Il futuro nel segno delle “reti intelligenti”.


Anche il piccolo riesce a fare il grande. E fa grandi cose, se ci si mettono le rinnovabili. Queste, infatti, la fanno da padrone nel settore delle piccole “centrali”, rappresentando la fonte principale per il 70% dei 485.000 piccoli impianti attualmente attivi in Italia che - tanto per farsi un’idea - producono quasi il 20% dell’energia nazionale, oltre 30 mila MW, un quarto della potenza installata totale. Questi dati sono forniti dal Rapporto annuale sul monitoraggio della generazione distribuita pubblicato dall’Autorità per l’energia su dati 2012, e non sono niente male… confermando tra l’altro un forte trend di crescita per le mini-centrali dove giganteggia il solare con uno splendido 31%.
Dal rapporto si conferma il trend di forte crescita delle mini-centrali per numero di impianti, per potenza installata e per produzione lorda. Quanto alle “micro-centrali” hanno una capacità produttiva di 15.105 MW, rappresentano il 35,6% della produzione totale (20,3 TWh) e utilizzano quasi esclusivamente fonti rinnovabili (98%), prevalentemente solare (70%) ma anche biomasse, biogas e bioliquidi.
In sintesi, ma veramente sintesi, tutto quanto è piccolo rientra nel novero della cosiddetta generazione distribuita. Si tratta di una modalità di produzione caratterizzata dalle piccole e piccolissime dimensioni degli impianti, per l’appunto, e dalla sua capillarità sul territorio. In altre povere parole, non abbiamo a che fare con una grande centrale (a gas, a carbone o altro) ma con una dimensione che si potrebbe definire domestica. Infatti, circa il 40% dell’energia prodotta da generazione distribuita viene autoconsumata mentre il rimanente viene immesso in rete o, in piccolissima parte, utilizzato per servizi ausiliari della produzione.
Visto questo trend e considerando la peculiarità dei piccoli impianti (la citata capillarità sul territorio), si pone la necessità di integrare questo nuovo scenario nel sistema elettrico nazionale. Senza scendere troppo nei minimi particolari… siamo di fronte ad una grande rivoluzione nelle infrastrutture di rete. Si parla, quindi, di smart grid, ovvero di reti intelligenti. Non sarebbe intelligente non tenerne conto.


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