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DI TUTTO UN PO' 324 - Non aspiro proprio all’acquisto dell’aspirapolvere Stampa E-mail

La notizia non è di grande interesse: pochissimo tempo fa ho sostituito l’aspirapolvere. Dopo anni di onorato servizio, una mattina mi ha detto addio e non c’è stato verso di rianimarlo. Nemmeno con una respirazione bocca-bocchettone. Il nuovo si è rivelato un disastro (volevo risparmiare qualche euro, meno di ottanta) e, arrabbiato, ne ho comprato un altro. Ora, il nuovissimo funziona abbastanza bene ma corro il rischio di aver preso un’altra fregatura che mette a disagio la mia coscienza ecofriendly. La faccenda è un po’ complessa ma si può riassumere così.

Dai primi di settembre, una direttiva europea “parente” di quella che ha pensionato le lampadine ad incandescenza limita la potenza degli aspiratori in commercio a 1.600 watt. La scelta è dettata dalla necessità di ridurre i consumi con tutti i noti benefici per l’ambiente. Bene, o meglio male, il mio aspiratore supera la soglia pre(o)scritta e la mia crisi di coscienza si aggrava apprendendo che entro il settembre 2017 i watt scenderanno a 900. Inoltre, si prevede per la stessa data una limitazione del rumore emesso dall’accessorio entro gli 80 decibel, nonché della riemissione delle polveri (1%). I motori, invece, dovranno garantire una durata minima di 500 ore.

Appreso tutto ciò, non so che cosa fare e la spesa di tre elettrodomestici in un così breve lasso di tempo mi sembra eccessiva anche se potrei confidare nel sostegno e nella conferma dei mitici ottanta euro.

Inoltre, purtroppo, sono preso da altri dubbi. Se l’aspirapolvere è meno potente sarà anche meno energivoro? Ammettiamo che per ottenere la pulizia della mia residenza attualmente impieghi una mezz’ora. Se ci impiego di più (causa la minor potenza del mezzo) aumenta il consumo e quindi il costo dell’operazione “do di netto”? Quanto ne potrebbe risentire l’ambiente? Quant’è condizionato il rendimento sia dal quantitativo dei materiali accumulati via via nel sacchetto sia dallo stato dei filtri? Infine, è apprezzabile il limite dei decibel ma spesso fruisco dell’incedere muliebre - sopra la mia testa al piano superiore - di quattro tacchi ora 10 ora 12 centimetri. A notte fonda, poi, un altro inquilino - sotto la mia finestra - chiude la serranda del suo garage con la delicatezza di uno spaccalegna furioso. Encomiabile anche l’1% delle remissioni delle polveri, ma già concorro al riciclaggio dell’aria respirando per strada buoni quantitativi di sozzerie.

Dunque, calcolando che uso il mio potentissimo aspiratore poco più di trenta minuti la settimana (proprio perché è potentissimo e lo so manovrare alla velocità dell’eloquio renziano), la prospettiva di cambiarlo - consolato dal fatto che quello emendato durerebbe almeno 500 ore - per il momento non mi convince. Lo farò tra dieci anni, circa.


Giuliano Agnolini
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