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IL GIORNALIERO - All’aria Stampa E-mail

2 settembre 2014 - ALL’ARIA



Nell’aprile del 2010 girovagò per l’Europa una gigantesca nuvola di cenere.
Era prodotta dall'eruzione di un vulcano sotto il ghiacciaio Eyjafjallajokull, nel sud dell'Islanda. Panico negli aeroporti, oltre che per la pronuncia di una parola così lunga
e abbondante di consonanti quanto i lapilli emessi dal cratere. Pochi giorni fa, l’Islanda
si è fatta sentire per un’altra minacciosa eruzione, quella del vulcano Bardarbunga,
il più grande dell’isola. Vista com’è composta la parola, si spera che il fenomeno naturale non abbia a procurare gli sconquassi (politico-giudiziari) registrati in Italia.
In attesa dell’evoluzione, ricordando che i fumi prodotti dai vulcani - pur essendo naturali - non sono consigliati per inalazioni aerosol, sorprende la mancata incriminazione dell’Etna per il reato di emissioni nocive. Per non parlare del Vesuvio.

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