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IL GIORNALIERO - Settore energetico senza rivali nel reparto natalità del Sistema Italia Stampa E-mail

28 agosto 2014 - Il reparto natalità del Sistema Italia, come purtroppo è noto, da qualche anno a questa parte è assai poco frequentato. Le nuove imprese che decidono di aprire i battenti sono sempre di meno e, comunque, il loro numero è decisamente contenuto rispetto a quelle che cessano l’attività. Con una sorprendente (almeno in termini numerici) eccezione che riguarda proprio il settore energia. Per essere più precisi, e per seguire la dicitura del nostro ente statistico nazionale: la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata. I dati sono riferiti al 2012 – le statistiche Istat non brillano per rapidità di aggiornamento – e la situazione è precipitata proprio l’anno successivo; ma quei valori meritano comunque di essere sottolineati.
Si rileva, infatti un tasso di natalità pari al 20,4 per cento a fronte di un tasso di mortalità del 7,7 per cento. Il saldo è quindi positivo per ben 12,7 punti percentuali. Per dare subito un termine di paragone, il valore globale relativo all’intera economia nazionale è il seguente: natalità 7 per cento, mortalità 8 per cento, turn over netto meno 1 per cento.
Nessun settore ha saputo tenere testa alle performance del comparto energetico. Neppure le telecomunicazioni (che mostrano un tasso di natalità del 17,4 per cento, ma anche un 16,6 per cento di realtà uscite dal mercato). Gli unici settori che hanno chiuso in positivo, a parte i due già citati, sono la fornitura di acqua (con un modesto più 0,1 per cento di turn over netto), le attività di alloggio e ristorazione (più 0,4 per cento), il comparto informatico (0,3 per cento), le attività legate al settore legale, ingegneria, architettura (più 0,5 per cento) e quelle professionali, scientifiche e tecniche (più 2 per cento), le attività di noleggio e di servizio a supporto delle imprese (più 0,6 per cento). Tanti zero virgola, che si confrontano con un numero a due cifre!

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