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Renzi? Buone le prime mosse Stampa E-mail

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di Edgardo Curcio


La prima dichiarazione e i primi atti di Matteo Renzi lasciano ben sperare in una nuova politica energetica per il nostro Paese. Nell’affrontare i tanti nodi che il sistema italiano presenta, il presidente del Consiglio non si è dimenticato che l’energia è un fattore importante per la competitività e l’economia del Paese. Ha quindi annunciato, e poi sta realizzando, due importanti provvedimenti che toccano profondamente il nostro sistema energetico.
Il primo è il taglio della bolletta elettrica del 10 per cento per le piccole e medie imprese, in modo da ridurre i costi e aumentare la competitività. Il provvedimento è stato approvato e tutti i commenti sono abbastanza positivi.


Il secondo provvedimento, molto più importante, è la modifica del Titolo V della Costituzione che consente allo Stato di riavere la potestà assoluta nelle decisioni che riguardano l’energia e le grandi reti, senza richiedere il parere obbligatorio delle Regioni e degli enti locali.
Infatti, una delle principali motivazioni che hanno impedito di attuare una proficua politica energetica nel nostro Paese è stata la modifica dell’articolo 117 del Titolo V della Costituzione che assegnava, a seguito di un referendum, la potestà legislativa concorrente fra Stato e Regione per le materie energetiche in Italia. Da qui, una serie di difficoltà a trovare ogni volta un accordo per realizzare una nuova infrastruttura energetica o per decidere dove far passare un gasdotto. Non solo, ma le opposizioni locali, sostenute da Comuni e Regioni hanno impedito la ricerca e la coltivazione dei campi petroliferi e gassiferi che abbiamo in Italia, sia in terra sia in mare, con la perdita di importanti contributi alla nostra bolletta energetica e di nuovi investimenti e occupazione in molte Regioni di Italia.


Secondo i calcoli della direzione generale per le Risorse minerarie del MiSE, in Italia ci sono infatti riserve di gas per complessivi 114,7 miliardi di metri cubi (56,2 miliardi di riserve certe e 58,5 miliardi di riserve probabili) ripartite in 46,8 miliardi di metri cubi di riserve a terra e 67,9 miliardi di riserve in mare, e quindi in grado di dare al Paese una buona disponibilità di gas naturale a prezzi contenuti. Ma, oltre a questo “tesoretto” che potremmo sfruttare, si offre al nostro Paese un’altra interessante prospettiva [...].

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