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DI TUTTO UN PO' 320 - Lavoratori francesi con incentivo in punta di sella Stampa E-mail

Se non hanno cambiato idea, in Francia, da un mese circa, è ancora in corso un test. Si tratta di questo. Il Governo incentiva i lavoratori ad andare in bici in ufficio o in fabbrica offrendo 25 centesimi di euro a chilometro. Il progetto elaborato dal ministro dei Trasporti Frederic Cuvillier conta sull’adesione volontaria di una ventina di aziende francesi e coinvolge circa diecimila persone. Tra gli obiettivi, aumentare la quota di lavoratori pedalatori, che attualmente tocca il 2,4% con una distanza media percorsa di 3,5 chilometri. A conforto dell’iniziativa giungono i dati provenienti da Olanda, Fiandre e Germania che fanno ancor meglio registrando rispettivamente il 25, il 12 e il 9 per cento.

Uno studio del governo francese stima che i 25 centesimi a chilometro potrebbero essere sufficienti a raddoppiare la quota di lavoratori che usano pedivelle e manubrio, con costi di 109 milioni di euro l'anno. Poco, rispetto ai benefici su spese sanitarie, inquinamento e incidenti (570 milioni).

In attesa di vedere l’esito del test, commentiamo la notizia - come sempre - a modo nostro. Innanzitutto, servirebbe un chiarimento sulla distanza media percorsa. Ossia, i 3,5 chilometri contemplano la sola andata o questa più il ritorno? In quest’ultimo caso, la struttura urbana francese sarebbe veramente ideale, degna della migliore tradizione rinascimentale. Opifici e uffici perfettamente integrati ad un tiro di schioppo da casa. In Italia, o almeno in una parte di essa, si vedono ancora fiumane di pendolari - arrivano in città con treni, pullman o auto - dopo aver percorso chilometraggi che richiederebbero - se trasferiti su strada e bici - polpacci, sederi e reni degni di maglia rosa o Parigi-Roubaix.

Pertanto, tutto bene il resto relativo ai benefici. Chi lo può mettere in dubbio? E poi, vuoi mettere l’incentivo? Fatti due conti, se l’iniziativa trovasse spazio anche in Italia, potrebbe integrare gli ormai noti “80 euro”. Hai voluto la bicicletta, adesso pedala…


Giuliano Agnolini
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