Di questo passo chissà dove andremo a finire. La frase si presta a molte allusioni sulle quali è preferibile sorvolare. Ma una cosa è certa. Che il passo è cambiato. Non c’entra la conformazione dello Stelvio o del Khyber ma quella dei piedi. La notizia merita di non essere presa a pedate ed evidenzia come il benessere abbia lasciato traccia nel corpo umano.

Senza partire dall’homo sapiens, si nota che da un po’ di tempo la gente mangia di più al punto che ha fatto capolino persino l’obesità (quella infantile toglie il sonno alla Michelle della Casa Bianca).

L’uomo, si sa, ha spirito di adattamento (vedi, complessivamente, gli anni della Grande Crisi) non solo nello spirito ma anche in molto altro. Quindi, anche nei piedi che si sono trasformati beneficiando (nei proprietari) di un’alimentazione completa e soprattutto costante. Ce ne dà conferma uno studio fornito dagli esperti del College of Podiatry di Londra che ci garantisce quanto segue. Dal 1970 ad oggi, la media delle misura è passata dal 42 al 44 per gli uomini e dal 36 al 38,5 per le donne. In centimetri, la lunghezza media è passata da 26,5 a 28,5 per gli uomini e da 23 a 25 per le donne. Il fenomeno sembra dipendere dal fatto che il maggior peso (dovuto, come detto, a una dieta ricca) richiede un adeguato sostegno essendosi alzata anche mediamente la statura.

Ora, il tema merita qualche riflessione. L’aumento delle misure comporterà un maggior consumo di materiali per confezionare scarpe, sandali e ciabatte mettendo ancor più in difficoltà le esauste risorse del Pianeta. Se resiste la moda dei tacchi alti, altrettanto. Questi, oltretutto, necessitano di suole assai robuste per garantire un incedere non traumatico.

In politica, invece, i piedi riscuotono una certa attenzione dopo che, spesso, si corre il rischio di venire alle mani. Tutto un andare di gran carriera e in fretta. L’importante è che non si faccia un passo avanti e uno indietro. In tal caso, non cambierebbe molto, indipendentemente dalla misura del piede.

Giuliano Agnolini
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