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Cambiamenti climatici, un problema (anche) di sicurezza Stampa E-mail
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di Elio Smedile


In un mondo dove molte delle inadeguatezze delle risorse tradizionali sono state superate dal progresso delle conoscenze e dall’innovazione tecnologica, il cambiamento climatico minaccia di reintrodurre temi basilari quali le questioni ambientali e la gestione delle risorse come uno dei principali fattori di insicurezza umana.
Genericamente la sicurezza come concetto può essere interpretata in due modi diversi. Si può fare riferimento alla sicurezza nazionale, il che sottolinea in generale un punto di vista (militare) di protezione del territorio; oppure può riguardare nella sua specificità la sicurezza umana.


Occorre in ogni caso tener presente un dato di fatto: l’idea che il cambiamento climatico ha implicazioni in termini di sicurezza umana e nazionale è divenuto un tema ricorrente nel dibattito politico in vari Paesi. Il rapporto 2013 dell’American Security Project evidenzia che il 71 per cento dei Paesi della Terra vede il cambiamento climatico come un problema di sicurezza nazionale fondamentale e che alcuni tra i top spender militari del mondo (Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Giappone, Francia) hanno cominciato a sviluppare nuovi approcci strategici proprio per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici.
La sicurezza climatica è stata parimenti oggetto di numerosi dibattiti in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nonché in Risoluzioni dell’Assemblea generale dell’ONU. I temi del cambiamento climatico e della sicurezza sono stati, più recentemente, trattati con particolare ampiezza nella seconda parte del V Rapporto dell’IPCC intitolato Climate Change 2014: Impacts, Adaptation, and Vulnerability e presentato a Yokohama (Giappone).


Nel Rapporto i problemi di sicurezza vengono analizzati in rapporto a tre ambiti differenti: 1) sicurezza alimentare (Food security and food production systems); 2) sicurezza umana (human security); 3) qualità di vita e povertà (Livelihoods and poverty).
Per quanto riguarda il primo punto, tutti gli aspetti della sicurezza alimentare - recita il Rapporto - sono potenzialmente colpiti dai cambiamenti climatici, dall’accesso al cibo al suo utilizzo, alla stabilità dei prezzi. I rischi per la sicurezza alimentare sono maggiori per le regioni poste alle latitudini più basse. In particolare, per quanto riguarda la produzione, è prevedibile, in assenza di misure di adattamento, che per le principali colture colpite siano quelle del grano, del riso e del mais, sia nelle regioni tropicali sia in quelle temperate. [...]

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