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Indipendenza energetica? All'Europa serve più R&D Stampa E-mail

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di Edgardo Curcio


La recente crisi politica dell’Ucraina e la minaccia dell’interruzione dei flussi di gas dalla Russia all’Europa via Kiev stanno preoccupando non poco sia l’Unione Europea sia i Paesi importatori di gas di questa area.
Come è noto, l’Europa importa il 50 per cento del proprio fabbisogno di gas e di questa percentuale la maggior parte proviene dalla Russia attraverso una serie di gasdotti, costruiti nel tempo, che attraversano la ex Repubblica Sovietica. Il timore quindi che, come nel 2008, la crisi tra Ucraina e Russia faccia ridurre l’apporto del gas russo al fabbisogno energetico europeo, ha riproposto il problema dell’indipendenza energetica dell’Europa e del suo rapporto con il gigante russo.


Il tema è molto affascinante sia perché coinvolge la gran parte dei Paesi europei sia perché la cosiddetta “primavera araba” ha ridotto l’afflusso di gas dal Nord Africa all’Europa, rendendo quest’ultima sempre più dipendente dalla Russia.
Il dibattito, peraltro, ha preso sviluppi inaspettati quando qualche commentatore politico, preso dall’impazienza di trovare una soluzione al problema del gas russo, ha dichiarato che nei prossimi anni questo potrebbe essere sostituito con l’importazione di shale gas liquefatto (LNG) proveniente dagli Stati Uniti, che stanno diventando un Paese esportatore di LNG a prezzi competitivi. Pertanto, si è affermato che gli USA potrebbero sostituire la Russia nell’approvvigionamento energetico europeo chiudendo ogni ambizione politico-strategica di Putin nei confronti dell’Europa. In realtà, la situazione appare molto più complessa di quello che potrebbe apparire dai titoli dei giornali che parlano di una autosufficienza americana e di una possibile esportazione in Europa.


Innanzitutto, gli Stati Uniti sono ancora molto dipendenti per le importazioni di petrolio, visto che lo shale oil è stato molto meno importante dello shale gas e che attualmente gli USA importano circa 12 milioni di barili giorno, essenzialmente da Paesi arabi produttori di petrolio. [...]

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