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Espansione delle minireti? Una prospettiva obbligata Stampa E-mail
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di Roberto Napoli | Politecnico di Torino



Che l’infrastruttura elettrica sia destinata a cambiare profondamente e ad evolvere verso le smart grid non ci sono dubbi. Sui tempi, sui modi e soprattutto sul come e dove reperire i soldi, invece, la nebbia è alquanto fitta.
In particolare, emergono diversi interrogativi sul modello di business più opportuno per realizzare più rapidamente la transizione, il principale dei quali riguarda la sostituzione dell’approccio top-down con uno scenario più centrato sulle esigenze degli utenti. Cominciamo però dalle certezze.


La prima certezza è che di soldi pubblici disponibili in giro ce ne sono proprio pochi. La crisi economica e i consumi elettrici in calo non sono certo un buon propellente per i cambiamenti (dalle crisi possono però sbocciare grandi opportunità). La seconda certezza è che se non stimoliamo investimenti privati, si rischia di rimanere confinati per lungo tempo nel limbo delle mirabolanti speranze future e della concretezza di risultati striminziti.
La terza certezza è che il nostro DNA nazionale non è particolarmente incline alla programmazione a mediolungo termine, in particolare sul versante elettroenergetico, dove abbiamo inanellato una serie impressionante di errori e di investimenti a dir poco avventurosi. I 230 miliardi immolati in incentivi al fotovoltaico gridano ancora vendetta, se si pensa a cosa si sarebbe potuto fare per lo sviluppo industriale del Paese con quella somma. Abbiamo dietro di noi una lunga storia di decisioni improvvise e magari sfortunate, dagli ondeggiamenti sul nucleare alle difficoltà di fare quadrare i conti con il rinnovo delle centrali termoelettriche.
La quarta certezza è che il DNA del nostro Paese privilegia la genialità e l’innovazione distribuita. La capacità di sopravvivenza della nostra piccola e media industria e l’export ne sono una dimostrazione eloquente.


Possiamo allora partire da queste certezze per ragionare sulle smart grid da un diverso punto di vista, che sposi gli interessi degli utenti con le caratteristiche della nostra imprenditoria e con le prospettive intuibili. [...]



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