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INFO@COMUNI - Agricoltura in campo per frenare l’Italia delle frane Stampa E-mail

31 marzo 2014 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Nel nostro Paese, dal secolo scorso ad oggi, sono stati censiti 486 mila fenomeni causati dal dissesto idrogeologico. Circa il 70 per cento di quelli registrati in Europa con 12.600 vittime e 700 mila sfollati. Ogni anno spendiamo 2,6 miliardi per riparare i danni subiti. Ma l’agricoltura può garantire una valida tutela del territorio.


“Sei proprio una frana!”. Un modo di dire abbastanza scherzoso. Ma c’è poco da scherzare affermando che “l’Italia è una frana!”. Stavolta, economia e politica vanno lasciati in disparte con il loro seguito di polemiche. La faccenda è seria e così riassumile. Dal secolo scorso ad oggi nel nostro Paese sono stati censiti 486 mila fenomeni franosi con oltre quattromila eventi tragici causati da dissesti idrogeologici. Senza fare scongiuri, vale la pena di sapere che in Europa questo particolare censimento tocca quota 700 mila. Il che si quantifica nel non invidiabile primato del 70 per cento circa.
Questi “numeri” hanno prodotto altri “numeri”: 12.600 vittime, 700 mila sfollati e un danno stimato dal 1951 al 2009 di 52 miliardi. Da aggiungere che sono circa seimila i Comuni a rischio e con loro 5 milioni di abitanti. Va da sé, purtroppo, che le cronache continuano ad aggiornare i dati, lasciando spesso invecchiare proposte e soluzioni. Anche questo è un terreno se non franoso almeno molto friabile quando si tratta di ricercare le cause e soprattutto le responsabilità.
Lasciamo perdere… ma non troppo. Ovvero, non sarebbe poi male dare la colpa solo alla Natura. Anche l’uomo ci mette del suo, in negativo. Potrebbe mettere del suo anche, in positivo. Ad esempio, tanti eventi nascono dal cosiddetto “degrado del territorio”. Troppa cementificazione? Non solo. Se, da un lato, i centri urbani si popolano, dall’altro pianura, collina e montagna subisco un esodo che toglie ai terreni quelle che sono state per secoli attente sentinelle: gli agricoltori.
Eppure, la “coltivazione del territorio” comporta vantaggi non solo ambientali ma anche economici. Basti pensare che da campi, aree demaniali e giardini si possono ricavare significative risorse energetiche che altrimenti andrebbero sprecate. Certo, tutto ciò non basta per risolvere definitivamente il problema, ma il contributo può essere importante. Basterebbe ricordare che, ogni anno, se ne vanno 2,6 miliardi per riparare i danni subiti. Spesso capita che a franare sia il buon senso.


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