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DI TUTTO UN PO' 303 - Si va al ristorante e si porta a casa quel che s’avanza Stampa E-mail

La crisi ha cambiato le abitudini degli italiani. A parte quella di veder sfilare un presidente del Consiglio dietro l’altro. I consumi sono diminuiti e le tasse aumentate. Poco o nulla è rimasto come prima della grave congiuntura, le cose si sono messe a tal punto che un indicatore con un + davanti ad uno zero virgola qualcosina riaccende speranze di un futuro migliore.

Il menù mediatico si è rivelato indigesto con numerose portate assai pesanti e talvolta drammatiche. Non c’era e c’è solo fame di notizie ma anche di qualcosa da mettere sotto i denti. A proposito, anche nei ristoranti si è fatta sentire una certa sobrietà. Come rivela un sondaggio on line di Coldiretti, un italiano su tre non avanza cibo al ristorante. Alla faccia, forse, dei consigli bon ton di monsignor Della Casa e del ritegno nel prodursi con una energetica scarpetta lustrapiatto. Scomparse probabilmente pure le briciole che tanto hanno fatto la fortuna evangelica del ricco Epulone.

Sta di fatto che eventualmente quel che si avanza a tavola viene portato a casa senza tanti problemi e si presume con destinazione tavola e non ciotola cinofelina. Interessante notare che la percentuale di questa tipologia di avventori, il 17 per cento, è aumentata del 54 rispetto ad un anno fa, trovando piena collaborazione dei gestori dei locali che forniscono volentieri contenitori alla bisogna.

Sembrerebbe, poi, in generale, che si sia ridotta la capacità gastrointestinale degli italiani che, rispetto al passato, non può contenere quantità superiori alla singola portata o poco più. Qualche volta, se si sfora, non è improbabile ricevere i complimenti del cameriere ed un successivo sconto simpatia. Sarebbe anche interessante sapere se il trend delle mance ha subìto qualche variazione. Tuttavia, il sondaggio riporta un 47 per cento che non ha problemi a lasciare il cibo in tavola o, men che meno, scarrozzarlo a casa. Come sempre, l’Italia sembra essere divisa in due, se non fosse che qualcuno al ristorante non ci va più.


Giuliano Agnolini
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